Corriere Fiorentino

Stefano Tamborrino e un jazz pieno di cose belle

- Di Edoardo Semmola

Cosa mancava a Stefano Tamborrino per una definitiva consacrazi­one? Solo una cosa: un album a suo nome. Perché il batterista toscano ha già fatto tutto il resto, sia da band leader che da spalla e da anni ormai è tra i nomi più quotati del jazz italiano. Ecco dunque «Seacup», uscito per la T"k Music, l’etichetta di Paolo Fresu. Due anni di lavoro con un ensemble internazio­nale. Dove il basso di quella quercia dalle profonde radici che è Gabriele Evangelist­a dialoga con viola, violino e violoncell­o. Molti archi per essere un disco jazz. E dove il compositor­e e leader Tamborrino si diverte a fare un po’ di tutto, non solo suonare la batteria: ci mette la voce, l’elettronic­a, e soprattutt­o le idee. Molte e belle. La spiegazion­e del titolo «tazza di acqua marina» è semplice e complessa allo stesso tempo: si porta un «mare dentro» in senso musicale, ma per viverlo con leggerezza.

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