Prato rompe col passato: «È l’ora delle aggregazioni»
Il distretto tessile archivia le divisioni e chiede incentivi per unirsi: «Sola via per resistere»
Uniti verso l’aggregazione PRATO di aziende, «l’unica via per resistere alla crisi dopo la pandemia». Nel distretto tessile pratese non sono certo famosi per la loro capacità di unire le forze. Un teorema validato dai rari casi in cui questo è accaduto, gli stessi in cui la Prato più industriosa è riuscita ad ottenere risultati. Sarà anche per questo che ieri mattina, vedere sullo stesso fronte le associazioni di categoria sostenere la stessa battaglia ha fatto pensare a una vera svolta. Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana Centro e Confartigianato imprese, hanno levato insieme un griosservatorio do d’aiuto: un documento indirizzato al governo nazionale e a quello regionale, in cui la vera novità è la richiesta di agevolare le aggregazioni fra le piccole aziende.
«La manifestazione “Prato non deve chiudere” nel 2009 e l’ottenimento della prima Cassa integrazione in deroga, nel passato, sono esempi dell’unità di spirito che ci fanno far cose positive», spiega Claudio Bettazzi presidente di Cna Toscana Centro. Che aggiunge: «Vogliamo essere ancora una volta quelli che anticipano i tempi, aggregando le imprese». Il distretto tessile pratese conta circa 2.500 aziende. Gli addetti sono invece poco più di 18 mila, la metà di quelli registrati alle soglie del Duemila. Una crisi che dura da tempo, a cui la politica e il mercato, sino ad oggi, hanno saputo dare poche risposte. E che sembra richiedere una soluzione diversa da quelle finora percorse.
«Il distretto sta vivendo una fase evolutiva che deve essere studiata in modo da poter interpretare i dati e trovare le soluzioni opportune. Così — chiarisce il vice presidente di Confindustria Nord Francesco Marini — tra le proposte fatte alla Regione abbiamo inserito la realizzazione di un permanente per la crisi con la collaborazione dell’Irpet, che avrà il compito di certificare i dati raccolti che saranno utilizzati per trovare soluzioni concrete». Il documento richiede bandi più snelli e con dotazioni sufficienti. Oltre che una richiesta ad una sola voce per un progetto di filiera che rafforzi il distretto con integrazioni fra terzisti e imprese, attraverso aggregazioni in grado di creare aziende competitive. Il 22 gennaio le associazioni hanno fissato un incontro sul tema con i sindacati.