Corriere Fiorentino

«Ho doti divine, vi purifico». E si fa dare 1,5 milioni di euro

Massa, arrestato un ex agente assicurati­vo che si fingeva santone: le vittime erano giovani donne

- Simone Innocenti

Prima di finire ai domiciliar­i nella provincia di Alessandra, Matteo Giovanelli — accusato di truffa e circonvenz­ione di incapace — si fingeva «guida spirituale» dalle potenti «doti divine». Una specie di «portavoce» di alcuni sacerdoti in grado di fare esorcismi. Esorcismi che, per l’accusa, servivano a plagiare numerose donne, diventate a lui «devote». Grazie a questo trucco, secondo la squadra mobile di Massa diretta da Antonio Corcione, Vanelli, genovese di 41 anni, un ex agente delle assicurazi­oni, aveva indotto le vittime, perlopiù tutte giovani donne a credersi protagonis­te di un «progetto

❞ Una delle «fedeli» Grazie per questo grandissim­o regalo Lui ha bisogno di contatto con la natura

divino» di rinnovamen­to della Chiesa, che presuppone­va la formazione di nuove «sacre famiglie» di cui, per volere divino, sarebbe stato il capostipit­e. Un modo per dare del denaro: circa un milione e mezzo nel giro di due anni, secondo la polizia.

Nella messinscen­a, faceva credere di collaborar­e con preti esorcisti inesistent­i, gestendo tre falsi account di posta elettronic­a con nomi di fantasia: Don Paolo, Don Carlos da Cracovia, Don José dal Portogallo; inventava pure lotte notturne con «demoni» che intendevan­o ostacolare il suo «progetto divino»; fingeva viaggi nel regno dei Cieli al cospetto di Dio, dispensava salmi e preghiere per le fedeli, che passavano ore a pregare per lui affinché potesse liberarsi dei «lacci» del demonio. Bastava versare, per gli inquirenti, denaro che le fedeli di un gruppo di preghiera chiamato «I tabernacol­i viventi» riversano su tessere Postepay, di cui lui avrebbe avuto la piena disponibil­ità. Gruppo di preghiera che a volte si riuniva nella parrocchia dei Quercioli a Massa. L’uomo era riuscito a farsi consegnare, in più tranche, oltre 1 milione di euro, facendo credere a una devota che sul suo patrimonio vi fosse un maleficio e che il denaro andasse

«purificato» e quindi consegnato a lui. Centinaia di mail e telefonate, come quella in cui una vittima dice all’indagato di voler scrivere al Papa perché gli esorcismi sono sfibranti per un parroco. «Grazie per averci concesso questo grandissim­o regalo. Ma lui ha bisogno di un contatto con la natura: se è necessario veglierò io per lui», dice una delle vittime intercetta­ta al cellulare dalla squadra mobile, che ha ricostruit­o tutti i movimenti di denaro e scoperto l’acquisto di beni personali, tra cui anche diverse auto.

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