ARRIVA GLASSBOY IL MONDO AD ALTEZZA DI BAMBINO
Da febbraio sulle principali piattaforme in streaming il film del regista e sceneggiatore toscano Samuele Rossi. È la storia di Pino, un ragazzino appassionato di supereroi che sfida la sua fragile condizione di salute insieme con un gruppo di cinque coet
Èun’opera piuttosto inconsueta per il cinema italiano Glassboy, il nuovo film del regista e sceneggiatore toscano Samuele Rossi, che dopo il riconoscimento ricevuto al Pöff — Tallinn Black Nights Film Festival ed essere stato in concorso al Giffoni Film Festival, uscirà il 1° febbraio sulle principali piattaforme in streaming (con l’auspicio di qualche passaggio estivo nelle sale).
Glassboy, tratto da Il bambino di vetro, romanzo di Fabrizio Silei ambientato in una variopinta cittadina incastrata ai piedi di gigantesche montagne rocciose (una parte delle riprese sono state fatte a Monsummano Terme), ha come protagonista Pino, un bambino di undici anni confinato nella sua grande villa di famiglia a causa di una forma rara di emofilia. Ormai stanco di una vita sempre uguale a se stessa, Pino sfida la sua fragile condizione, le paure dei genitori e le ansie di una dispotica nonna materna (interpretata da un’inedita Loretta Goggi), quando riesce a incontrare la Banda degli Snerd, cinque coetanei che sulle loro velocissime bici imperversano nelle strade del quartiere. Animato dal coraggio e da uno sfrenato desiderio di avventura e libertà, Pino imboccherà insieme a loro la strada verso l’emancipazione.
«Quando ho cominciato a lavorare a Glassboy avevo in mente da un lato alcuni riferimenti del cinema di genere come E.T., i Goonies e alcuni film di Zemeckis — racconta Rossi — dall’altro opere appartenenti al mio background, più attento alle forme e alle tematiche sociali. La sfida era nel riuscire a metterli insieme: raccontare il mondo ad altezza di bambino e al contempo farlo attraverso uno specifico linguaggio di genere, lavorando prevalentemente nella direzione della fiaba e del realismo magico. Quella di Pino è l’avventura di un bambino con una malattia limitante che cerca il proprio posto nel mondo. Il film è stato girato prima del
Covid e mai avrei pensato che Pino, recluso in casa a causa di una malattia, avrebbe vissuto una situazione simile a quella dei ragazzi di oggi, che sognano addirittura di poter tornare a scuola!». «Contro quello che impedisce a Pino di partecipare a ciò che avviene nel mondo — spiega il regista
— c’è la sua passione per i supereroi e per i fumetti, unico veicolo attraverso il quale il bambino, disegnando, cerca di evadere dalla sua realtà per sentirsi parte del mondo esterno. L’immaginazione e la fantasia diventano quindi gli unici modi attraverso cui proiettarsi altrove». Glassboy è un
film che si rivolge anche agli adulti: «La storia di Pino è in fondo quella di tutti noi — prosegue il regista — di quando ci siamo trovati esclusi, o in difficoltà, o fragili, e abbiamo dovuto imparare qualcosa di nuovo. Questa è la vera sfida di Glassboy: la diversità che si trasforma in unicità, anche grazie all’amicizia, elemento centrale dell’infanzia, o al rapporto con i genitori, da reinventare quotidianamente. E infine la grande capacità dell’infanzia di andare oltre la realtà, di credere a qualcosa che sembra difficile, se non impossibile».