Livorno tenta la carta dell’azionariato popolare amaranto
Coinvolti già più di mille tifosi stanchi del continuo tira e molla ai vertici della società
sulla proposta di azionariato popolare avanzata da un gruppo (non improvvisato) di tifosi del Livorno, stanchi di gestioni societarie affannose e «di personaggi senza uno straccio di progetto e con discutibili capacità manageriali», a qualche appassionato sarà tornato in mente l’esilarante appello lanciato in tv dal giornalista locale Vezio Benetti, che sfogliando l’elenco telefonico esortava imprenditori e aziende a sostenere economicamente il club per salvarlo dal fallimento. A più di trent’anni da quella scena cult (di cui venti di presidenza Spinelli, il lusso di una partecipazione alla Coppa Uefa) a Livorno si torna a discutere di azioni dal basso per riportare la società in alto.
La categoria c’entra soltanto in parte, anche se gli amaranto — di scena oggi alle 12.30 a Novara per il turno infrasettimanale — sono penultimi nel girone A di serie C e rischiano di sprofondare nei dilettanti. «Livorno_popolare» è un progetto che, nelle intenzioni dei suoi promotori (professionisti locali specializzati in vari ambiti: giuridico, economico, sociale e sportivo), ambisce a «riprenderci il club», attraverso la parteciNell’informarsi attiva del maggior numero possibile di tifosi, sul modello tedesco e spagnolo. Lanciata lunedì, proprio nel periodo in cui si celebrano i 106 anni dalla nascita del Livorno, l’iniziativa ha già superato il migliaio di adesioni, sottoscritte direttamente sul sito ufficiale.
Ai sostenitori, in questa fase, non viene richiesto alcun contributo economico: l’obiettivo, infatti, è «strutturare l’azionariato» così da avere «più influenza nel momento di due diligence (la verifica dei conti)». È uno dei punti inseriti nel manifesto programmatico di «Livorno_pocon polare», che include inoltre «la proposta di un piano di gestione economico, amministrativo e sportivo», con investimenti prioritari su «strutture e settore giovanile, oltre ad una scuola calcio grapazione tuita». Il primo step sarà però la costituzione di un comitato di scopo, per spiegare alla città un progetto fondato su «democrazia, inclusione e opportunità di crescita» in campo e fuori: un modello di «profonda rottura con il passato».
Uno dei principali promotori è Marco Bruciati, consigliere comunale a Livorno e candidato a sindaco nel 2019 con una lista civica. Il 7 febbraio, dopo l’umiliazione tennistica inflitta agli amaranto dalla Juve U23, su Facebook aveva scritto: «A volte per risolvere un problema serve sporcarsi le mani direttamente, senza delegare ad altri, diventando protagonisti del cambiamento. Forse è arrivato il momento di provarci».