Un’altra Toscana, in 19 progetti
Recovery Plan, le proposte della Fondazione Crf valgono 300 milioni di fondi europei
Diciannove progetti da finanziare con il Recovery fund, per rilanciare la Toscana post Covid. Li ha presentati la Fondazione Cr Firenze, grazie al lavoro di un pool di scienziati, industriali ed esperti del Terzo Settore.
Diciannove progetti per immaginare una Toscana più forte dopo il Covid. Sono quelli che la Fondazione Cr Firenze ha raccolto per essere finanziati dal Recovery fund. La cifra richiesta non è enorme, 300 milioni, ma è il modo in cui sono stati elaborati a renderla diversa: raccolti tra esponenti dell’industria, del Terzo settore, della ricerca e della scienza di fatto accompagnano, spingono, danno coerenza a quelli che arriveranno dalla Regione e dagli enti locali. «Non sono progetti sostitutivi di quelli della Regione» spiega il professor emerito Alessandro Petretto, coordinatore del gruppo che, in 20 giorni, ha raccolto l’invito del presidente della Fondazione Luigi Salvadori per presentare il lavoro a Marco Buti, Capo di Gabinetto del Commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni. E Buti dà il «placet» all’operazione: l’approccio è «quello giusto, partire dalle criticità locali da risolvere, ma anche dare un contributo al sistema Italia». Con una avvertenza: no alla presentazione di progetti diffusi, «no alla pesca a strascico».
Le sei «mission»
Il Next generation Europe è il contributo post Covid (per l’Italia oltre 209 miliardi) deciso dall’Unione europea, che deve essere incanalato in sei «mission», obiettivi, che siano di «ripartenza e resilienza», innovative, che abbiano un «lascito positivo per intercettare anche i fondi futuri» ha spiegato Buti. La Fondazione li ha fatti cercare dal pool coordinato da Petretto e dal direttore Gabriele Gori e individuato «dalla società civile» (industria, servizi pubblici e privati, Terzo settore).
Per ripartire
I 19 progetti complessivamente chiedono finanziamenti da uno solo dei capitoli del Next Generation Eu, il «Recovery e resilience Facilty». Su «digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» ci sono sei progetti. Sulla «rivoluzione verde e transizione ecologica» altri cinque. Uno solo quello per «infrastrutture per una mobilità sostenibile», dedicato alla sicurezza e controllo di ponti e viadotti. Su «istruzione e ricerca» sono tre, su «inclusione e coesione» due, come su «salute».
La novità
Prima capire cosa frena la ripartenza della Toscana, poi scegliere i progetti. È questo che apprezza l’Unione nel lavoro di Petretto & co. Le criticità individuate dal gruppo di lavoro sono «in gran parte note
— ha spiegato Petretto — cioè insufficiente innovazione e capitale umano non adeguato, struttura di imprese inadatta a sostenere un’industria moderna e servizi ad alto valore aggiunto, carenza infrastrutturale, indebolimento della coesione sociale, sanità regionale ospedalo-centrica e lontana dai cittadini-pazienti». Si va da proposte politiche per recuperare i terreni agricoli inutilizzati a due nuovi centri di alta formazione (per agricoltura e industria) fino a incubatori per nuove imprese del Terzo settore. Alto e basso, grande piccolo: tutti questi progetti però mettono insieme più attori, «facilitano» la relazione con più attori, con il filo rosso innovazione- digitalizzazione sostenibilità ambientale.
❞ Il coordinatore Petretto Non ci sostituiamo alla Regione, ma puntiamo sull’industria ad alta tecnologia schede a cura di Mauro Bonciani
Innovare ovunque
C’è un altro elemento comune, ritornare a politiche industriali: «Bisogna coltivare, sostenere e incentivare la vocazione industriale della regione. Quanto più cresce il
Le idee sono state raccolte in venti giorni tra scienziati, industriali e terzo settore. Giani: «Porterò il vostro lavoro al governo»
manifatturiero, ad alta tecnologia, più cresce l’occupazione stabile e meno si espande il settore dei servizi di natura secondaria» scrive Petretto. Un approccio fondamentale per una Regione che ha subito, sul fronte del turismo, faticherà a ripartire.
Le reazioni
«Porterò tutti questi progetti al governo — ha detto il presidente Eugenio Giani — l’importante è riuscire tutti quanti a fare squadra». Apprezzamento anche dall’assessore Cecilia Del Re, che il sindaco Dario Nardella ha delegato al coordinamento del Recovery, che però ha ricordato che l’Europa chiede anche che la lotta alla «diseguaglianza di genere sia tenuta in considerazione per tutti i piani». Apprezzamenti sono arrivati dal Presidente dell’Istituto Europeo Universitario Renaud Dehousse e dal presidente Anci Matteo Biffoni.
❞ Buti (commissione Ue) L’approccio è quello giusto, si parte dai problemi da risolvere, senza pesca a strascico