Uffizi e Forlì insieme, nel segno di Dante
Ad aprile una mostra con oltre trecento opere sul Poeta, dal Medioevo ad oggi
C’è ovviamente il ritratto che ne fa Andrea del Castagno nel suo Ciclo degli uomini e donne illustri. C’è quello con l’alloro, dipinto da Cristofano dell’Altissimo. I disegni «infernali» di Michelangelo e quelli di Federico Zuccari da poco digitalizzati, parte di quel gruppo di 88 tavole che il manierista marchigiano dedicò alla Divina Commedia. Ei «Dieci episodi» ottocenteschi sempre della Commedia del tedesco Carl Christian Vogel von Vogelstein. Come ottocenteschi sono gli omaggio a Dante di Nicola Monti, Pio Fedi, Giuseppe Sabatelli e Raffaello Sorbi. Questi e alti ancora
— circa cinquanta opere tra dipinti, sculture e disegni — è ciò che le Gallerie degli Uffizi mettono a disposizione di una delle prime grandi mostre dell’anno dantesco, Dante. La visione dell’arte che si aprirà ai Musei San Domenico di Forlì il primo aprile, per rimanere esposta fino all’11 luglio. Pandemia permettendo. Gli Uffizi sono partner alla pari di questa esposizione realizzata con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e curata dall’ex soprintendente e ministro Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca, che vedrà riunite 300 opere che raccontano Dante dal Medioevo all’arte contemporanea, passando per Giotto, Beato Angelico (da San Marco arriverà il Giudizio Universale), Filippino Lippi e Tintoretto, fino a Sartorio, Boccioni e Casorati. Provenienti da mezzo mondo: dall’Ermitage di San Pietroburgo come dalla Walker Art Gallery di Liverpool, da Sofia a Dresda, da Toledo a Nancy, e ovviamente da Roma, dai Musei Vaticani e dal Museo di Capodimonte. Forlì è stata scelta come città ponte tra la Toscana e la Romagna, la nascita e la morte del poeta. Ma anche perché tappa fondamentale del viaggio d’esilio di Dante nel 1302, dove approdò arrivando da Arezzo.«È importante ritrovare in Dante non solo un simbolo di unità nazionale, ma anche un conforto spirituale e un riferimento culturale comune — racconta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt — La mostra sarà un’occasione per ripensare al padre della lingua italiana e offrirà materia per riflettere sull’importanza che l’opera dantesca — i suoi versi, i personaggi e gli eventi da lui narrati — riveste ancora nei nostri tempi». E a proposito di lingua, forte del successo social di cui stanno godendo gli Uffizi dopo la visita di Chiara Ferragni, Schmidt richiama l’attenzione dei giovani per riscoprire Dante anche in chiave musicale: «Non c’è poeta nella storia più “rappabile” di Dante. Il mio augurio, presentando questa mostra, è che questa estate le spiagge della Romagna possano risuonare di tanti magnifici rap a tema dantesco».