Letizia Fuochi: «Grazie Chavela, sei diventata una parte di me»
Andare oltre l’interpretazione di canzoni altrui, «sentirle» e farle proprie al punto tale da non riuscire più a distinguere il battito dei due cuori — dell’autore e dell’interprete — è un dono raro. Letizia Fuochi, cantautrice fiorentina che avevamo imparato ad apprezzare come penna e voce, ha dimostrato di averlo questo dono. Lo ha fatto con Fuegos y Chavela, suo ultimo album uscito all’alba del 2021 per Materiali Sonori. Sono «fuegos» di calore e passione della sua anima latina. Ma è soprattutto lei in spagnolo, che reinterpreta Chavela Vargas, la «sciamana» della canzone, una delle massime icone mondiali della musica popolare. Quella messicana, la «ranchera». Con brani entrati nell’immaginario collettivo (anche grazie ai film di Almodovar) come Paloma Negra e
Macorina. Letizia Fuochi e Chavela Vargas si somigliano: nella carnalità, nel saper cantare dolore e perdita. Per questo gli 8 brani del disco si lasciano ascoltare in un torrente passionale che sgorga naturale. «Tutto nasce sotto il sole afoso della Maremma nell’estate del 2007 — ha raccontato Letizia Fuochi presentando l’album — e da una vecchia musicassetta trovata in macchina è sbucata una voce che non conoscevo, così profonda, così calda e bella. Era Chavela Vargas, una delle anime del Messico, dolente e festosa, capace
di conquistarmi con passione e ardimento, così capace di trasmettere l’autenticità dei sentimenti». In questo senso lei non considera Fuegos y Chavela un semplice «omaggio» in forma di cover ma «il mio doveroso grazie nei confronti di Chavela» che da quel momento è «diventata una parte di me alla ricerca di quella essenza» insegnandole quanto sia «indispensabile rompersi l’anima per venirne fuori». Un’essenza che lei definisce come capacità di «lottare per assomigliare a ciò che sogniamo di essere». Nell’album troviamo il profondo inno di sofferenza La simples cosas, l’emblema della perdita dell’amore
No volverè, il filo rosso che lega la cantante messicana alla sua amica artista Frida Kahlo «La Paloma Negra» e altri esempi di quella struggente tradizione musicale che è la «ranchera». «L’essenza di Chavela Vargas è la capacità di farti rivivere le storie che racconta come se le stessi vivendo: il mio lavoro è stato quello di filtro tra le emozioni che mi dava e quelle che provenivano da me attraverso di lei». Sul canale YouTube dell’etichetta Materiali Sonori è possibile gustare lo spettacolo di racconto e canzoni Sulle ali di Chavela registrato al circolo Arci Rigacci a Novoli.