Corriere Fiorentino

Bomba al ristorante, ora indaga l’anti mafia

Forse un avvertimen­to. Il titolare era finito in un’inchiesta della Dda di Salerno

- Innocenti

Sono state affidate alla Direzione distrettua­le antimafia di Firenze le indagini sulla bomba esplosa martedì intorno alle 3 di notte davanti a un ristorante nella zona della Leopolda.

Sono state affidate alla Direzione distrettua­le antimafia (Dda) di Firenze le indagini sul caso dell’ordigno artigianal­e esploso martedì intorno alle 3 di notte davanti a una pizzeria di via Gabbuggian­i, accanto alla Stazione Leopolda.Il fascicolo, inizialmen­te in carico al pm di turno della procura, è stato poi assegnato ieri mattina ai magistrati dell’antimafia.

Si tratterebb­e di una scelta assunta in via precauzion­ale, dettata dalle modalità dell’episodio, quelle dell’attentato. Non si escludereb­be infatti che possa essersi trattato di una sorta di avvertimen­to.

Lo scoppio ha causato il danneggiam­ento le pareti esterni del locale e il bandone della pizzeria. L’ordigno era stato confeziona­to con polvere pirica imbevuta di liquido infiammabi­le, forse benzina.

I carabinier­i, intervenut­i sul posto, hanno acquisito le immagini della videosorve­glianza pubblica: nella zona ci sono numerose telecamere puntate sul traffico che potrebbero aver catturato le immagini degli attentator­i prima e dopo l’atto criminoso. Da un primo esame delle telecamere della zona, i carabinier­i avrebbero appuntato la loro attenzione su un macchina passata nella zona di Porta a Prato in un orario compatibil­e con l’attentato. I carabinier­i, tuttavia, non riescono a leggere la targa del mezzo.

A dare l’allarme sono stati alcuni residenti della zona. Sul posto sono intervenut­i per i rilievi i carabinier­i della scientific­a che hanno sequestrat­o quel che resta della bomba e che ora è finito nei laboratori di analisi: si cercano tracce di Dna nella speranza di risalire a chi possa aver sistemato la bomba.

Gli investigat­ori dell’Arma non escludono alcuna ipotesi: si vuole capire se si tratti di un tentativo di estorsione oppure se quanto accaduto abbia a che fare con qualcosa di diverso. Il titolare del locale, un imprendito­re campano, avrebbe spiegato di non aver mai avuto ricevuto messaggi intimidato­ri. L’imprendito­re — il cui nome, in passato, era stato coinvolto in un’inchiesta della Direzione distrettua­le antimafia di Salerno per una vicenda relativa a un presunto giro di spaccio — risulta da almeno un anno in città.

Non è chiaro dunque se ad agire sia stata una persona, la stessa che era a bordo del mezzo ritenuto sospetto, o se ci fosse anche un altro complice. Magari un secondo uomo che ha sistemato in fretta e furia l’ordigno, lo ha acceso ed è risalito nella macchina, dove ad aspettarlo c’era un complice.

Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, spiega: «È accaduto un episodio criminale che non può che destare preoccupaz­ione ed inquietudi­ne. A Firenze non si è abituati a tale gesti che non sono da sottovalut­are in alcun modo».

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Alla Leopolda I carabinier­i di fronte alla pizzeria che martedì notte è stata colpita da un ordigno

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