Salto europeo
Larissa è quinta all’esordio: «Peccato ma mi rifarò»
I riflettori sono da grande evento, le concorrenti di spessore internazionale, la posta in gioco altissima. Larissa Iapichino, baby prodigio tra le leonesse del salto in lungo, prova a graffiare alla prima importante verifica con la maglia della Nazionale maggiore ma dopo aver segnato la seconda migliore prestazione nelle qualificazioni di venerdì, non riesce nell’impresa di salire sul podio agli Europei indoor di Torun (Polonia).
La 18enne fiorentina cresciuta nell’Atletica Marathon sotto la guida tecnica di Gianni Cecconi e oggi tesserata Fiamme Gialle chiude la finale al quinto posto con un 6,59 metri, davanti alla connazionale Laura Strati, ma ben lontano dal quello strepitoso 6,91 con il quale due settimane fa ad Ancona aveva eguagliando il primato italiano indoor, stabilendo il nuovo record mondiale under 20 al coperto, che è poi la stessa misura con la quale mamma Fiona May, nel lontano 1998 a Valencia, nella piena maturità della sua carriera di lunghista, si aggiudicò il titolo europeo indoor.
Le iniziali difficoltà incontrate venerdì nei primi due salti delle qualificazioni, con il delicato adeguamento alla pedana di Torun, in realtà sembrano più emozioni da esordio che segnali di incertezza. La partenza di Larissa è incoraggiante, con un 6,59 che le permette di chiudere al secondo posto il primo giro di salti, appena un centimetro alle spalle della tedesca campionessa del mondo Malaika Mihambo, allieva del grande Carl Lewis. Ma bastano altre due rotazioni per far emergere le qualità tecniche delle avversarie più accreditate: l’ucraina bronzo europeo indoor 2019 Maryna Bekh-Romanchuk vola a 6,80, la svedese Khaddy Sagnia a 6,75, la bielorussa Nastassia Mironchyk-Ivanova segue a 6,72. Mentre
le altre big si scaldano e consegnano progressioni importanti, Larissa non sembra stavolta riuscire a trovare lo stacco giusto e soprattutto l’istinto da killer.
Il terzo tentativo finisce con un nullo, il quarto non va oltre un 6,48, addirittura peggio la penultima chance offerta che vede la giovane fiorentina arrestarsi su un modestissimo 6,34. Poco, troppo poco per sperare di agganciare le posizioni di vertice.
Nemmeno all’ultimo salto Larissa sa graffiare come aveva saputo fare nelle ultime esibizioni e termina con a 6,56. L’oro è della Bekh-Romanchuk (6,92, che strappa a Larissa il primato mondiale stagionale), argento per la Mihambo (6,88), terza la Sagnia (6,75). «Non ho fatto dei bei salti — di ce Larissa a fine gara — forse la qualificazione di ieri all’ultima salto mi aveva un po’ scaricata. Non è andata come speravo, ma sono contenta di esserci stata e di aver fatto esperienza. Ho imparato tantissimo, e sono contenta perché questo era il mio obiettivo: questa gara mi ha insegnato più di una vittoria». «Chi mi ha preceduto erano proprio le leonesse di cui avevo parlato — dice ancora — atlete veramente forti. Oggi non sono riuscita a dire la mia, ma ci saranno altre occasioni, ho ancora tantissimi sogni da inseguire e sono ancora all’inizio».
Larissa è attesa adesso alla preparazione outdoor in vista dei due grandi eventi di quest’anno: i Giochi Olimpici di Tokyo (23 luglio-8 agosto) e i mondiali juniores di Nairobi (17-22 agosto). Ma il 2021 della lunghista sarà denso di altri impegni, a cominciare anche da quelli scolastici che la vedranno affrontare la maturità scientifica al liceo Leonardo da Vinci di Firenze.