Corriere Fiorentino

Ospedali e movida, ci risiamo

Sembra di essere tornati a inizio seconda ondata. «Pazienti raddoppiat­i, rischio stop per le attività non Covid»

- Bonciani, Gori,Sarra

Mentre dall’Asl suona l’allerta per i tanti ricoveri, in centro alcol e assembrame­nti

Ricoveri per Covid più che raddoppiat­i negli ospedali dell’Asl Centro in meno di 15 giorni. E mentre dall’Asl suona l’allarme nel centro di Firenze stesse scena di malamovida negli stessi luoghi di sabato scorso.

Bollettino Ieri quasi 1.300 contagi e 23 i decessi Ricoveri ancora in salita in tutta Toscana

«Se la crescita dei ricoveri Covid non si ferma, presto saremo costretti a fermare di nuovo parte delle discipline mediche Non Covid, a partire dalle attività chirurgich­e non urgenti». A dirlo, è Giancarlo Landini, direttore delle specialist­iche mediche dell’Asl Toscana Centro, di fatto il responsabi­le delle politiche ospedalier­e per l’azienda sanitaria. Landini, che ieri era all’ospedale di Prato ad inaugurare l’attivazion­e di 12 posti letto di cure intermedie Covid, spiega che, «per dare un’idea della progressio­ne dell’epidemia e dei conseguent­i ricoveri, in tutta l’Asl quindici giorni fa avevamo 250 letti Covid, ora ne abbiamo già attivati 512. Stiamo tornando verso una situazione di grave difficoltà degli ospedali. Speriamo che la tendenza si inverta il prima possibile, altrimenti rischiamo di ritrovarci nelle stesse condizioni di novembre», quando le attività Non Covid, tranne le urgenti, furono quasi tutte sospese, mentre i sanitari rischiavan­o di gettare la spugna di fronte a 2.128 ricoverati in tutta la Toscana, di cui 298 in terapia intensiva.

Un piccolo segnale in controtend­enza, tuttavia, c’è: all’ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri, di fronte all’impetuoso aumento di pazienti infettati col coronaviru­s, il reparto di Malattie Infettive ha chiesto e ottenuto di mantenere attivi 6 letti Non Covid — a fronte dei suoi 21 Covid — per continuare a curare anche chi ha altre patologie.

Contagi e ospedali

Ieri, in Toscana sono stati notificati 1.293 contagiati, con una percentual­e di positività al tampone del 10%, molto alta. Molti anche i decessi, ben 23, arrivati dall’inizio della pandemia a 4.784. Ma il segnale più negativo arriva ancora dagli ospedali: i pazienti Covid sono ormai arrivati a 1.270 (34 in più rispetto a venerdì), di cui 189 in terapia intensiva (6 in più). Pensare che il 30 gennaio erano scesi rispettiva­mente a 743 e 95. La progressio­ne non è esponenzia­le, come lo scorso autunno, ma comunque costante: su uno dei fronti più delicati, l’Aretino, l’ospedale San Donato in un mese è passato da 70 ricoveri Covid a 103. Ma nel frattempo ci sono stati anche 38 decessi tra la città e la provincia. Il Versilia di Camaiore, nello stesso periodo, è passato da 44 a 84 pazienti Covid, a Pontedera da 12 a 30. Sono molti gli ospedali in difficoltà, da Pistoia, a Pescia, fino a Cecina: in quest’ultimo, non c’è più un posto libero.

Il doppio blitz

Nei giorni scorsi il sito web della Regione che fa il punto sui numeri delle vaccinazio­ni è stato vittima di un attacco hacker. Il portale, che ieri è finalmente tornato ad essere accessibil­e, da giorni era molto lento a caricarsi, talvolta bloccato. Il motivo non sarebbe legato ad azioni politiche specifiche o a gruppi che vogliono ostacolare la campagna vaccinale, ma si sarebbe trattato di un movimento informatic­o che mira a boicottare, in modo indistinto e casuale, siti web pubblici che fanno grandi numeri. L’attacco subito è definito «Ddos» (ovvero Distribute­d Denial of Service, in italiano «diffusa negazione del servizio»), che consiste nel realizzare un altissimo numero di accessi contempora­nei a un portale in modo da farlo andare in tilt. Venerdì sera, al Mandela Forum, hub vaccinale di riferiment­o a Firenze, c’è stato invece il blitz della trasmissio­ne televisiva Le Iene: «Sono arrivati travestiti da volontari, con le pettorine, per cercare di dimostrare che regaliamo i vaccini a chicchessi­a — dice il dottor Alessandro Pescitelli, medico di famiglia in pensione, ora vaccinator­e volontario — Ma si tratta di una leggenda metropolit­ana: è successo solo di rado di trovarsi la sera con una dose avanzata e di chiamare qualcuno per vaccinarlo e non sprecare così quel che rimasto in una fiala aperta. Ma si è sempre trattato di persone appartenen­ti a categorie che ne avevano diritto (personale di scuole e università e forze dell’ordine, ndr), che magari non avevano ancora prenotato o che avevano prenotato successiva­mente».

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Via Pellicceri­a Ora 18,30 aperitivo senza regole
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(foto Massimo Sestini) Ponte a Niccheri Un medico e i suoi pazienti in terapia intensiva
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Giancarlo Landini, direttore delle specialist­iche mediche dell’Asl Toscana Centro

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