I cori e lo striscione minaccioso degli ultras
Prima contestazione dell’era Commisso ieri davanti al centro sportivo
Che tra i tifosi iniziasse ad esserci una certa insofferenza per le prestazioni (e i risultati) della squadra, s’era intuito già qualche ora prima del match con la Roma. Nel comunicato col quale invitavano tutti i fiorentini ad esporre un vessillo viola alla finestra «in modo da colorare la città di viola» per ricordare al meglio Davide Astori infatti, si leggeva anche: «i tifosi sono presenti e vigili su tutto ciò che accade attorno alla nostra amata maglia».
Ieri però, si è andati decisamente oltre. È accaduto durante la rifinitura, con i giocatori impegnati al centro sportivo nell’ultimo allenamento prima dello scontro diretto con il Parma. È stato allora che una rappresentanza della Curva Fiesole (circa 50 persone) si è presentata all’esterno dei campini, intonando i classici cori di esortazione e minaccia. «Se andiamo in B vi facciamo un c... così», e poi ancora, «rispettate la nostra maglia».
Il tutto (in barba a qualsiasi divieto di assembramento) è durato una decina di minuti. Il tempo per farsi sentire, e non solo attraverso i cori. Sono stati lanciati anche una trentina di fumogeni, e diversi petardi. A questi, è stato dato seguito in uno striscione appeso lungo le cancellate della Maratona. «Oggi le bombe...domani chissà. Occhio!». Il secondo, dopo quello (firmato dal Viola Club Viesseux) apparso poche ore dopo la sconfitta di mercoledì sera, sul quale si leggeva: «Rispetto per la maglia». «Quello striscione — ha detto ieri Prandelli — dev’essere sempre nella nostra testa. Potessi lo porterei nello spogliatoio ma è troppo grosso».
E poi ancora: «I tifosi ci saranno sempre vicino, anche con le provocazioni, e sono certo che il popolo viola non tradirà mai questa maglia». Dalla società, invece, nessun commento su quello che è successo ieri pomeriggio.