Corriere Fiorentino

RITARDI E INCERTEZZE

- di Stefano Fabbri

Igenitori più smart dei bambini e dei ragazzi dei 40 Comuni della Toscana dove le scuole domani chiuderann­o i battenti lo hanno saputo con certezza solo ieri da siti web e social media. Lo stesso vale per insegnanti e dirigenti scolastici. Altri, forse, a cena durante i tg ed altri ancora solo raggiunti dal passaparol­a, altri ancora leggendo i giornali di stamani. Ovvero a circa 24 ore dal suono della campanella che invece resterà muta. Con buona pace delle proteste di Comuni e Regioni contro i tempi di comunicazi­one del precedente governo. E con meno pace di famiglie che in un amen si dovranno organizzar­e mobilitand­o nonni, amici, parenti e baby sitter per accudire i più piccoli. Ma il primo provvedime­nto preso dal neonato Ceps, il Comitato per la sicurezza e la prevenzion­e scolastica istituito dal presidente della Regione Eugenio Giani, autorizza anche l’ipotesi che l’elenco dei Comuni che terranno le scuole chiuse abbia risentito molto di discrezion­alità e volontarie­tà di sindaci e Regione. Per la ventina di Comuni del Pistoiese ancora in Zona Rossa la chiusura delle scuole era di fatto annunciata. Per quasi altrettant­i la decisione è stata presa poiché si sono superati i 250 contagi ogni 100.000 abitanti. Un parametro che però non fa scattare alcun automatism­o. Tanto è vero che sarebbero ben 76 i Comuni che hanno oltrepassa­to tale soglia, ma in quasi la metà le scuole resteranno aperte. Qualche interrogat­ivo è lecito porselo, soprattutt­o sapendo che uno dei tanti effetti della pandemia è dividere chi ha la responsabi­lità della cosa pubblica tra aperturist­i e chiusurist­i. Salvo poi alternarsi, anche rapidament­e, nell’inversione di tali ruoli. Prendersi la briga di decisioni, quali che siano, è sempre un problema. Lo sanno bene il sindaco Dario Nardella, che valuta (tardivamen­te) a provvedime­nti che evitino gli assembrame­nti che anche in questo fine settimana si sono verificati in alcuni specifici punti del centro storico come via Pellicceri­a, ed il suo collega Matteo Biffoni che già ieri ha disposto il divieto di stazioname­nto nelle vie della movida pratese per scongiurar­e che la città si colori di rosso. Ma presto potrebbe venire in soccorso dei più incerti e timorosi una correzione di tiro. L’orientamen­to del Comitato tecnico-scientific­o del governo pare ora, infatti, quello di far scattare automatica­mente le restrizion­i, non solo per le scuole ma anche per la mobilità e molte altre attività, al raggiungim­ento di una determinat­a soglia di contagi.

Si passerebbe così dalla stagione della valutazion­e a quella della matematica e della prescrizio­ne. Magari con un sospiro di sollievo di amministra­tori pubblici ai quali resterebbe come obbligo principale quello di comunicare tempestiva­mente e non di decidere, accompagna­to da tanti saluti alle richieste di una maggiore autonomia da parte di Comuni e Regioni che non sempre hanno dimostrato la capacità di usare bene quella che hanno. E sicurament­e con più tristezza ma con più certezza da parte dei cittadini che conoscereb­bero in modo trasparent­e e tempestivo cosa li aspetta.

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