RITARDI E INCERTEZZE
Igenitori più smart dei bambini e dei ragazzi dei 40 Comuni della Toscana dove le scuole domani chiuderanno i battenti lo hanno saputo con certezza solo ieri da siti web e social media. Lo stesso vale per insegnanti e dirigenti scolastici. Altri, forse, a cena durante i tg ed altri ancora solo raggiunti dal passaparola, altri ancora leggendo i giornali di stamani. Ovvero a circa 24 ore dal suono della campanella che invece resterà muta. Con buona pace delle proteste di Comuni e Regioni contro i tempi di comunicazione del precedente governo. E con meno pace di famiglie che in un amen si dovranno organizzare mobilitando nonni, amici, parenti e baby sitter per accudire i più piccoli. Ma il primo provvedimento preso dal neonato Ceps, il Comitato per la sicurezza e la prevenzione scolastica istituito dal presidente della Regione Eugenio Giani, autorizza anche l’ipotesi che l’elenco dei Comuni che terranno le scuole chiuse abbia risentito molto di discrezionalità e volontarietà di sindaci e Regione. Per la ventina di Comuni del Pistoiese ancora in Zona Rossa la chiusura delle scuole era di fatto annunciata. Per quasi altrettanti la decisione è stata presa poiché si sono superati i 250 contagi ogni 100.000 abitanti. Un parametro che però non fa scattare alcun automatismo. Tanto è vero che sarebbero ben 76 i Comuni che hanno oltrepassato tale soglia, ma in quasi la metà le scuole resteranno aperte. Qualche interrogativo è lecito porselo, soprattutto sapendo che uno dei tanti effetti della pandemia è dividere chi ha la responsabilità della cosa pubblica tra aperturisti e chiusuristi. Salvo poi alternarsi, anche rapidamente, nell’inversione di tali ruoli. Prendersi la briga di decisioni, quali che siano, è sempre un problema. Lo sanno bene il sindaco Dario Nardella, che valuta (tardivamente) a provvedimenti che evitino gli assembramenti che anche in questo fine settimana si sono verificati in alcuni specifici punti del centro storico come via Pellicceria, ed il suo collega Matteo Biffoni che già ieri ha disposto il divieto di stazionamento nelle vie della movida pratese per scongiurare che la città si colori di rosso. Ma presto potrebbe venire in soccorso dei più incerti e timorosi una correzione di tiro. L’orientamento del Comitato tecnico-scientifico del governo pare ora, infatti, quello di far scattare automaticamente le restrizioni, non solo per le scuole ma anche per la mobilità e molte altre attività, al raggiungimento di una determinata soglia di contagi.
Si passerebbe così dalla stagione della valutazione a quella della matematica e della prescrizione. Magari con un sospiro di sollievo di amministratori pubblici ai quali resterebbe come obbligo principale quello di comunicare tempestivamente e non di decidere, accompagnato da tanti saluti alle richieste di una maggiore autonomia da parte di Comuni e Regioni che non sempre hanno dimostrato la capacità di usare bene quella che hanno. E sicuramente con più tristezza ma con più certezza da parte dei cittadini che conoscerebbero in modo trasparente e tempestivo cosa li aspetta.