Trova una statua mentre fa trekking «Ha 5 mila anni»
La stele era stata dissotterrata da un contadino che l’aveva gettata in una mulattiera
Una stele a forma di testa di una statua, capolavoro dei tempi antichi, scolpita 5000 anni fa, è stata ritrovata tra le pietre di una mulattiera abbandonata, a Pontremoli, e adesso arricchirà il museo civico delle statue-stele lunigianesi, che in Europa conserva il maggior numero di queste opere d’arte preistoriche.
È il volto di una donna con orecchini, scolpito nella pietra dalla famosa forma a mezza luna, perfettamente conservata, risalente, dicono gli studiosi, all’età del Rame e rimasta sepolta per 5000 anni nella terra. La statua è stata riportata alla luce da un contadino che, arando il suo campo, si è disfatto di numerosi ciottoli, sassi e massi, senza fare attenzione a ciò che stava accantonando in una vecchia mulattiera abbandonata. Il 6 marzo scorso, un escursionista, Paolo Pigorini, che stava percorrendo la via Francigena, salendo l’antico sentiero di ciottoli verso il monte Galletto, ha notato «un sasso strano a forma di fungo».
Non è così strano, in realtà, che il contadino abbia involontariamente ritrovato una statua stele proprio in quel pezzo di campo: uno studio del 1955 ci dice infatti che proprio sulla sella di Monte Galletto, quasi cinquemila anni fa, esisteva un allineamento di statue-stele, di cui la nostra donna» con orecchini sarebbe un frammento, caduto dall’alto, nei terreni sottostanti. Dopo averlo lavato dalla terra e ripulito, all’uomo è nato il sospetto che quel sasso fosse invece qualcosa di eccezionale bellezza e di immenso valore storico e così si è deciso a mostrarlo al direttore del Museo delle stele Angelo Ghiretti, che lo ha riconosciuto come un’opera autentica.
Il volto di donna con orecchini è stato analizzato anche dalla Soprintendenza, mostrato agli studiosi e al sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini: il tipico volto a T, i tratti somatici solamente accennati; un’opera eseguita da un Modigliani dell’età del Rame, talmente ben conservata che inizialmente si è pensato ad una burla, simile a quella di 32 anni fa, quando le teste di un presunto «Modì» furono ritrovate in un fosso a Livorno. Ma la statua, dicono gli studiosi, è autentica e quindi preziosa.
Le statue stele della Lunigiana, di cui l’ultimo ritrovamento ora fa parte, erano tutte donne, racconta in suo studio Romolo Formentini, per molti anni direttore del Museo Civico della Spezia, perché scolpite per «consolare» e per sedurre i morti, in modo che non tornassero nel mondo dei vivi, quando la caccia e la sessualità erano i due temi preponderanti dell’arte preistorica.
«Un altro passo importante — ha detto il direttore del museo Ghiretti — verso la comprensione del significato delle statue stele, ancora così tanto misteriose».
Al museo di Pontremoli L’opera preistorica è così ben conservata da aver alimentato qualche dubbio sull’autenticità Poi la conferma degli studiosi