Confindustria leva gli scudi Voto unanime per Bigazzi
Il Consiglio generale vota unanime il sostegno a Bigazzi. «Né coperture né reticenze»
«Il Consiglio generale ha approvato all’unanimità quanto abbiamo fatto». Così il presidente di Confindustria Firenze, Maurizio Bigazzi, alla fine del consiglio a porte chiuse che ha valutato la gestione della presidenza dell’associazione della vicenda che coinvolge il direttore generale di via Valfonda e una dipendente, raggiunta dal telefonino scagliato dal dirigente.
Confindustria Firenze si è ricompattata. Il Consiglio generale, chiamato ieri a esprimersi sulla vicenda relativa al direttore generale dell’associazione, Leonardo Bandinelli — che tirando un telefonino ha colpito una dipendente, la quale successivamente ha fatto denuncia — ha «votato all’unanimità quanto abbiamo fatto», ha detto il presidente Maurizio Bigazzi incontrando la stampa a fine consiglio. Un voto che però non ricuce lo strappo con quei soci che con due lettere ai probiviri — locali e nazionali — avevano criticato la gestione della vicenda da parte dei vertici di via Valfonda e la scarsa trasparenza. I probiviri fiorentini si sono detti non competenti, quelli romani devono ancora esprimersi.
Il Consiglio generale si è svolto nel pomeriggio di ieri a porte chiuse e oltre la relazione di Bigazzi ha visto gli interventi favorevoli di molti dei vice presidenti e il voto sul documento — che non è stato reso noto — non a la larga maggioranza com’era atteso fin dalla mattinata ma all’unanimità del Consiglio sulla «valutazione su quanto abbiamo fatto finora in merito alla gestione della vicenda». Nel Consiglio siede anche qualche firmatario delle lettere di contestazione.
«Abbiamo seguito la vicenda con attenzione e rispetto per le persone coinvolte — ha detto alla fine il presidente Bigazzi — C’è stato un episodio che ha visto coinvolti due dipendenti il 26 novembre. Ce ne siamo occupati subito, come presidenza, che è l’organo statutariamente deputato a occuparsene; poi, due mesi dopo, c’è stata la notizia della denuncia, che anche noi abbiamo appreso dai giornali. E da qui la vicenda ha assunto altre caratteristiche. Perché altre sono le sedi deputate ad accertare la verità dei fatti. Il Consiglio generale ha approvato all’unanimità quanto abbiamo fatto». Il numero uno di via Valfonda ha ribadito che i presidenti delle sezioni territoriali erano stati informati e ha aggiunto: «Abbiamo condiviso la vicenda con la delicatezza e la riservatezza che sono obbligatorie quando si parla di persone. Ma senza alcuna reticenza o copertura». E ha proseguito: «L’associazione è interessata, come voi giornalisti, ad accertare la verità dei fatti. Confidiamo che questa verità possa venire fuori quanto prima». Bigazzi ha poi parlato di «rumors che puntano a gettare discredito sull’associazione» e di «macchina del fango», aggiungendo «ci riserveremo di valutare nelle sedi adeguate la tutela sia l’associazione, sia delle persone che operano a vario titolo in associazione».
A Bandinelli, come ha detto Bigazzi, in seguito alla vicenda sono state tolte le deleghe per il personale e poi è seguita un’appassionata difesa dell’associazione e del suo impegno in questo anno di pandemia. «La reputazione, l’autorevolezza e la trasparenza con le quali l’associazione opera, e continuerà a operare, sono la precondizione per la difesa più efficace degli interessi di tutte le imprese che rappresenta. E per questo resteranno la prima preoccupazione degli imprenditori che guidano l’associazione a ogni livello», ha concluso il presidente.
Nei giorni scorsi una lettera di alcuni associati ai probiviri locali — che hanno risposto che hanno «alcuna competenza sulle vertenze lavorative con i dipendenti» — e un’altra della sezione Firenze Nord di Confindustria anche al presidente Bigazzi, come riportato dal Corriere Fiorentino, avevano denunciato la scarsa trasparenza sull’episodio — «l’assenza di comunicazioni ufficiali interne». Sottolineando che il codice etico dell’associazione «ci impone di chiedere ai probiviri come intendano attivarsi per una rapida soluzione della vicenda». Richieste che hanno portato al Consiglio generale di ieri e all’amarezza di alcuni dei sottoscrittori per l’esito della riunione che non ha ammesso alcun errore nella gestione della vicenda. E, anche alla luce della risposta che arriverà da Roma, qualche impresa potrebbe decidere di lasciare via Valfonda.
❞ In seguito alla vicenda al direttore sono state tolte le deleghe al personale L’associazione vuole la verità dei fatti
❞ In questi giorni ci sono stati rumors che puntano a gettare discredito sull’associazione, una macchina del fango