Corriere Fiorentino

Addio don Giorgio, il priore teologo accanto ai poveri

- Jacopo Storni

Addio a don Giorgio Mazzanti, 72 anni, nato a Pesaro, priore dal 1987 della Pieve di Sant’ Alessandro, a Giogoli, e malato di Sla ormai da molti anni, costretto alla ventilazio­ne assistita dai macchinari che lo tenevano in vita. Teologo, scrittore e insegnante di teologia sacramenta­le all’Università Urbaniana di Roma, Don Giorgio è stato anche il punto di riferiment­o per tante coppie di fidanzati e di sposi, che ha preparato al matrimonio e accompagna­to durante la vita matrimonia­le. Da quando ha saputo di essere malato, non si è disperato, ma anzi ha abbracciat­o la malattia «come se fosse un dono di Dio». E sorrideva, sorrideva sempre. Commoventi, a tal proposito, le sue ultime parole in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana: «Quando ho saputo di essere malato di Sla, è stato un momento drammatico, sconvolgen­te. Poi, poco a poco mi sono messo in pace. Mi sono detto: Dio mi dice, hai parlato troppo. Adesso stai in silenzio. Adesso parlo con la mia presenza, con i cenni, con lo sguardo, con il sorriso. Da una parte mi è stato donato uno sguardo più affondato sul reale natura compresa». Don Giorgio ha scritto numerosi saggi e ha parlato tantissimo di vera fraternità tra i popoli della terra, sottolinea­ndo a più riprese che non ci possono essere popoli benestanti e popoli che soffrono. «Non c’è amore se c’è sopraffazi­one dell’altro» diceva sempre nel suo studio a Giogoli, dove passava molte ore della giornata a scrivere e leggere. Ma non solo studio, incontrava tante persone, era un sacerdote sul campo che incontrava atei, persone anche di altre religioni, che avevano smarrito la fede, e soprattutt­o poveri, quelle che lui definiva «vite di scarto», molte delle quali, soprattutt­o famiglie in difficoltà, ha accolto nella comunità di Giogoli. E poi quella croce che custodiva gelosament­e, fatta con le barche dei profughi. A ricordarlo anche il sindaco di Scandicci Sandro Fallani: «Don Giorgio è stata una figura lucida, profonda e di riferiment­o per tutta la nostra comunità, laica e cattolica della città. Uno sguardo intelligen­te e sensibile sul mondo che ci ha aiutato a crescere a riflettere su noi stessi; attivo nella sua presenza nella vita culturale di Scandicci e anche negli ultimi periodi ha fatto della sua malattia una testimonia­nza di luce e bellezza. Mancherai Don Giorgio a tanti di noi e alla città intera». Barbara Gonella, Presidente di Aisla Firenze, e il Consiglio Direttivo si associano al dolore: « È stato un grande esempio di coraggio e determinaz­ione.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy