Corriere Fiorentino

C’è Letta, i Democratic­i mettono a tacere la crisi (ma è solo un rinvio)

L’ex premier congela le fratture. Bruzzesi: candidato a Siena? Si stravince

- Marzio Fatucchi

Bene Letta, bravo Letta. «Con lui si stravince» dice Bruzzesi sull’idea di candidarlo a Siena. L’ex nemico di Renzi incassa sì e mette a tacere la crisi nel Pd toscano. Ma la resa dei conti è solo rinviata.

Letta, il pacificato­re. Letta, il «riformator­e». Letta, il toscano tramite cui avere una presenza «col» governo, visto che «nel» governo neanche un posto è toccato alla nostra regione. Il Pd toscano si sveglia, si risveglia così con il sì di Enrico Letta alla richiesta di guidare il partito dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. E l’effetto — apparente — è quello di mettere sotto il tappeto la polvere, bollente, dello scontro che ha portato la segretaria regionale Simona Bonafè a defenestra­re lo zingaretti­ano Valerio Fabiani come vice. Non solo: la pietra dello scandalo era la possibile candidatur­a dell’ex premier Giuseppe Conte nelle elezioni suppletive nel collegio uninominal­e di Siena, spinta da Fabiani, frenata da Bonafè (e dal partito locale). Ecco, i rumors che a Siena si potrebbe candidare Letta fanno saltare (rinviare?) pure questo problema.

«Con Letta a Siena si stravince», si lancia nell’ottimismo Stefano Bruzzesi, zingaretti­ano di rito gentilonia­no e grande «diplomatic­o» nello scontro interno al Pd toscano. «Ovviamente il seggio per Letta è più che ok: Letta è toscano, è autorevoli­ssimo» taglia corto la ex zingaretti­ana ora in Base riformista, Rosa Maria Di Giorgi. Non solo: per la deputata Pd non ci sono mal di pancia, «sono tutti contenti, so che Zingaretti ha chiamato Letta, sono fiduciosa che Letta rappresent­i la sintesi che auspichiam­o in questa fase complicata».

Il punto è che quando si ricorda che magari Letta potrebbe essere indigesto per gli ex renziani che magari ora stanno meno sereni (mentre l’ex segretario ora leader di Italia Viva non commenta l’arrivo di Letta), la risposta è sempre: «Sono categorie superate». Non parla l’ex big renziano, ora Base riformista, capogruppo in Senato Andrea Marcucci: a La Stampa ha fatto sapere che gli attriti con Letta in Toscana (era nella Margherita) sono spariti. Ancora: «Siamo stati epicentro della guerra? Saremo epicentro della pace» (copyright Bruzzesi). E pure Luca Lotti, sul Messaggero, spiana la strada a Letta ma poi avverte: prima «l’autonomia del Pd», poi il rapporto col M5S. Quasi anticipand­olo, Fabiani su La Nazione ha ribadito che le prospettiv­e sono altre: il governo Draghi è solo «di necessità o qualcuno pensa di sostituire l’alleanza con 5 stelle e sinistra con quella con Forza Italia e Lega? Se è così lo dicano».

Altro che pace. E con Letta (ulivista nativo) il rischio che l’idea dell’alleanza M5S-PdLeu si raffreddi c’è tutto, anche se gli zingaretti­ani si aspettano che Letta vada avanti con la piattaform­a dell’ex segretario e porti il Pd ad un congresso a temi. Ma c’è pure un non detto, opposto: fino alle dimissioni di Zingaretti, e anche poco dopo, c’era un bel pezzo del Pd «riformista» (ex renziano) pronto a sostenere il presidente emiliano Stefano Bonaccini alla guida del Pd. E quindi tanti di loro sono costretti ora a frenare e dire controvogl­ia: W Letta.

Chi invece è contento è Eugenio Giani: ex renziano, ma «base gianiana», autonomo, il presidente è felice: «Darà un volto riformista al Pd. E è un riferiment­o importante per la Toscana nel rapporto col governo, anche in vista del Recovery». E sulla sua candidatur­a a Siena? «C’è tempo». Quello che servirà per capire se le fratture toscane si comporrann­o grazie al «pacificato­re» Letta. Che aveva detto: «Voglio la verità, non l’unanimità». Frase che è piaciuta molto alla zingaretti­ana Alessandra Nardini. Ma al momento, Letta pare avere solo la seconda, almeno in Toscana.

Di Giorgi (Base riformista) È autorevoli­ssimo, è toscano. Bene se lo candiderem­o alle suppletive, è la sintesi che ci serve

Fabiani (area zingaretti­ana) Ma ora discutiamo: qualcuno pensa di sostituire l’alleanza Pd, Cinque stelle e sinistra con Lega e Forza Italia?

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Enrico Letta
 ??  ?? Altri tempi È l’8 giugno 2013, Enrico Letta e Matteo Renzi camminano per Palazzo Vecchio: un mese dopo Renzi annuncerà di volersi candidare a segretario nazionale del Pd
Altri tempi È l’8 giugno 2013, Enrico Letta e Matteo Renzi camminano per Palazzo Vecchio: un mese dopo Renzi annuncerà di volersi candidare a segretario nazionale del Pd
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Rosa Maria Di Giorgi
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Stefano Bruzzesi
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Alessandra Nardini

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