Vlahovic, Eysseric e gli altri La riscossa arriva da lontano
Acquistati nell’era Della Valle e criticati a lungo, Prandelli ha saputo valorizzarli
Quella di Benevento è stata la vittoria del gruppo storico, della cosiddetta vecchia guardia che insieme alla ritrovata personalità di Ribery ha allontanato paure e timori nel corso dei novanta minuti di sabato. Un patrimonio tecnico lasciato in eredità dalla precedente proprietà che Prandelli ha saputo mettere a frutto, e che adesso può diventare decisivo nella corsa alla salvezza.
Nell’ultimo mercato invernale l’allenatore aveva chiesto di limitare i malumori nello spogliatoio con più di una cessione, nelle settimane successive ha invece plasmato un undici titolare composto prevalentemente da elementi arrivati dalla precedente gestione. Se il rilancio di Eysseric è stata la scelta più azzardata, l’esplosione di Vlahovic è il risultato più eclatante del lavoro di Prandelli, che d’altronde non ha potuto sperimentare praticamente niente in termini di nuovi arrivi. Con Malcuit e soprattutto Kokorin ancora lontani da un miglior inserimento in rosa, anche in difesa il tecnico sta facendo affidamento sugli acquisti degli ultimi anni dell’era Della Valle, dal portiere Dragowski (tornato decisivo a Benevento) fino ai centrali Pezzella e Milenkovic con il solo Quarta a rappresentare gli ultimi mercati.
Che qualcosa in termini di costruzione della squadra non avesse funzionato si era capito già dalle ultime cessioni, in netta controtendenza con il primo mercato invernale di Commisso, o con lo scarsissimo impiego di Callejon. Adesso anche le scelte di Prandelli vanno in questa direzione.
Di certo l’allenatore si può godere l’exploit del centravanti al quale ha dato immediatamente fiducia, fin dal giorno del suo ritorno a Firenze, quel Vlahovic che Corvino volle fortissimamente a Firenze nella sua ultima estate fiorentina, ormai tre anni fa. La tripletta di Benevento è solo la tappa di una crescita costante, seguita passo dopo passo da Prandelli che ha sempre difeso Vlahovic anche nei momenti di difficoltà. La risposta dell’attaccante è arrivata forte e chiara, adesso spetta alla società mettersi al riparo da sgradite sorprese sul suo futuro. La partita per il rinnovo del contratto, in scadenza a giugno 2023, è tutt’ora aperta ma anche se le pretendenti per forza di cose non mancano (a livello europeo, a parità d’età, solo Haaland ha segnato più di lui) Commisso e il club sanno di avere la riconoscenza del ragazzo. Anche il presidente si occuperà della questione, inevitabilmente centrale nei destini futuri della Fiorentina.
Diverso il discorso per il francese Eysseric, mai realmente preso in considerazione dal suo arrivo in viola nell’estate del 2017, e diventato oggi una pedina fondamentale del centrocampo di Prandelli. Anche in questo caso è stata premiata la convinzione del tecnico visto che in passato la società aveva più volte cercato di piazzare Eysseric sul mercato senza esito, e anche le esperienze in prestito come quella al Nantes o al Verona non avevano dato grandi risultati. In attesa che un altro senatore del gruppo come Castrovilli rientri al meglio la qualità del francese è diventata a sorpresa uno dei marchi di fabbrica della gestione Prandelli, che adesso spera di guidare la Fiorentina alla salvezza grazie a un gruppo che arriva da lontano.