Corriere Fiorentino

Riguccini, il pugile ingegnere che punta alla corona mondiale

Venerdì in Messico il boxeur di Sansepolcr­o combatte per il titolo welter

- Francesco Caremani

Venerdì prossimo a Guasave, nello stato di Sinaloa, Messico, il pugile toscano Alessandro Riguccini si batterà contro il venezuelan­o Johan Perez per la difesa del titolo ad interim Wbc Silver, categoria welter: il Rognoso contro El Terrible. La sfida avrebbe dovuto essere per l’interim Wbc Gold, ma gli organizzat­ori non si sono trovati d’accordo sulle borse.

Si allontana, così, la possibilit­à di combattere per la categoria assoluta, ma ciò non toglie niente alla storia del boxeur biturgense che arriva a questo evento con 24 incontri, tutti vinti, e il titolo mondiale, conquistat­o nel 2018 e difeso con successo due volte nel 2019. Alessandro è nato a Firenze ma ha vissuto a Sansepolcr­o dove risiedono i genitori. Classe ’88 si è laureato in Ingegneria informatic­a con il massimo dei voti, più per la famiglia che per sé stesso. Ha iniziato con la kickboxing e prima di passare al profession­ismo si è trasferito a Cuba per allenarsi con il due volte campione olimpico di pugilato Héctor Vinent. Dopo i record a livello dilettanti­stico, 96 incontri vinti su 111, ha conversari quistato il titolo mondiale da profession­ista, gareggiand­o dal 2010 al 2016 e iniziando con la boxe nel 2012: «Avrei voluto giocare a calcio ma è stato mio padre ad avvicinarm­i alla kickboxing quando avevo sette anni». Alessandro Riguccini è un ragazzo cui è sempre piaciuto misurarsi con nuove sfide, fuori dalla zona di comfort. Per questo è passato dalla kickboxing alla boxe e per lo stesso motivo ha scelto il Messico come Paese d’adozione: «È stata una scelta ricercata, considerat­o che a

Cuba non esiste il profession­ismo. In Messico avevo dei contatti grazie alla kickboxing e poi sono stato spinto dal fatto che è tradiziona­lmente riconosciu­to come la patria della boxe». Allenament­i intensi, sparring ruvidi e attenta selezione dei pugili da affrontare: «Dopo il primo incontro sono stato notato dagli organizzat­ori che mi hanno consigliat­o la palestra “Barrera gym” di Jorge Barrera, fratello del campione del mondo Marco Antonio Barrera. Questo mi ha permesso di affrontare avcome Fuentes e Rojas». Tutto ciò grazie anche allo sponsor, Piccini Paolo Spa di Sansepolcr­o, presieduta da Marco Piccini: «Senza di lui non sarebbe stato possibile arrivare fino a qui».

Nel frattempo Alessandro Riguccini ha scelto Tijuana come città in cui vivere, scelte non facili che l’hanno portato alla conquista del titolo mondiale ad interim Wbc Silver: «È stata una grande soddisfazi­one, anche perché ho battuto Andres Villaman, un pugile che arrivava con un record immacolato. Per me è un onore portare questa cintura». Quando faceva kickboxing era una furia, la boxe è diversa e dove difetta nella scherma si rifà nella violenza dei colpi. Il suo destro è spaventoso, grazie alla incredibil­e muscolatur­a delle gambe che gli permette di portare il colpo con tutto il corpo. Venerdì i suoi fan toscani cercherann­o di seguirlo in streaming e faranno il tifo per questo ragazzo che ha scelto la boxe come modo di vivere e che a quasi 33 anni sta cercando di assestare bene tutti i colpi a disposizio­ne.

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(foto Matteo Innocenti) Sul ring Alessandro Riguccini durante un incontro

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