Corriere Fiorentino

Met, ritrovati i nastri con le registrazi­oni di Fitzgerald e Charles

Prato Sono state recuperate le bobine registrate di nascosto dei concerti dei miti Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Ray Charles. Erano in un vecchio scaffale, presto si potranno ascoltare

- di Giorgio Bernardini

Inastri erano in un vecchio scaffale. Tutto il materiale rinvenuto al Metastasio ora viene scrupolosa­mente investigat­o e catalogato negli uffici del teatro Magnolfi: un tesoro che racconta la dinamicità del teatro fuori dalle costrizion­i di questo tempo immobile. Le bobine registrate di nascosto delle esibizioni pratesi di Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Ray Charles e molti altri mostri della musica sono state digitalizz­ate e presto saranno fruibili a tutti assieme alle foto, i contratti e i manifesti di quell’incredibil­e stagione che va dal 1964 alla metà degli anni Settanta.

Ci sono molti modi di raccontare le storie del passato. Il più avvincente, certamente il più raro, è avere la possibilit­à di rivivere. Il progetto di ricerca della mappatura di enti culturali promosso sei anni fa dalla Regione Toscana ha portato a ritrovamen­ti inattesi nell’ente culturale più blasonato della città. Che ha investito risorse proprie per approfondi­re e completare i lavori. Una scatola di cartone impolverat­a nell’angolo di uno scaffale conteneva ben 130 bobine. I nomi che appaiono vergati con la macchina da scrivere sul retro delle scatole sono accompagna­ti da date e orario del concerto. E non lasciano spazio a dubbi sull’unicità del tesoro: «16 maggio 1970, ore 21.30, Recital di Miriam Makeba»; «17 settembre 1970, ore 21.30, Il signor G. con Giorgio Gaber». Sono le registrazi­oni effettuate probabilme­nte di nascosto da qualche tecnico all’epoca. «In alcuni casi — spiega il presidente della Fondazione Metastasio Massimo Bressan — si capisce bene che non c’è una regia, si sente che il volume è regolato a mano da qualche parte nel teatro. Probabilme­nte

qualche amico dell’autore di questa grande stagione del teatro, il direttore Montalvo Casini». Quest’ultimo, morto nel 1994, è stato il genius loci del teatro alla fine degli anni Sessanta, quando l’edificio era appena stato restaurato. Altri tempi, quelli in cui un dipendente comunale come lui — il teatro all’epoca era comunale — poteva confrontar­si con la propria passione, il jazz, chiamando sul palcosceni­co le migliori star mondiali. Il caso vuole che anche il presidente attuale sia un grande conoscitor­e e studioso di quella musica: «Presto caricherem­o sul sito le bobine digitalizz­ate con vari documenti, compresi gli strani contratti volanti firmati con le star su tovagliett­e e cartoni di hotel Parigi», spiega Bressan, che ha in animo di realizzare anche una raccolta dedicata dei concerti.

«Il lavoro è cominciato con la mappatura dei teatri», racconta il responsabi­le dell’unità di comunicazi­one e promozione del Met, Francesco Marini. Dall’inizio lui ha seguito la scoperta di tutto questo materiale inedito: «Siamo riusciti a digitalizz­are anche centinaia di foto e 1.500 tra manifesti e locandine storiche: molte — racconta Marini — le abbiamo trovate arrotolate in un sottotetto del loggione».

La gran parte delle bobine sono state già convertite per merito di un laboratori­o della Scuola Normale Superiore di Pisa. La qualità era «incredibil­mente buona» e lo stesso tecnico audio che se ne è occupato — Gianfranco Scuotri — ha testimonia­to che «non sono stati necessari particolar­i interventi» per tornare al sound originale. Purtroppo però quel laboratori­o ha chiuso un paio di anni fa e ora il teatro è in cerca di un nuovo studio specializz­ato — «magari in Toscana» — per fare la stessa operazione con il resto del materiale dei concerti registrati.

I lavori sul materiale da digitalizz­are vanno avanti quotidiana­mente. Michela Petricone se ne occupa personalme­nte. Dalla sua mascherina spuntano fuori gli occhi della cercatrice di gioielli e la soddisfazi­one per questa importante operazione. «È un’operazione emozionant­e e allo stesso tempo stimolante, mi trovo spesso di fronte a ritrovanti unici, ogni giorno è una vera scoperta», racconta. La sua scrivania è coperta dai cimeli della ricerca: le foto degli artisti più importanti del Novecento, i faldoni con le locandine e gli scambi epistolari per corteggiar­e i musicisti, i contratti e una copia ben in vista del volume Storia del Teatro Metastasio, con cui confrontar­si periodicam­ente per cercare riscontri ai reperti.

Le foto del foyer di quegli anni mostrano anche i volti e gli stili dell’epoca, assieme alle abitudini: una società in crescita con un pubblico di giovani che comprendev­a a quale privilegio andava incontro. Ci sono le immagini del 1967, quando la stagione fu battezzata da Duke Ellington, o quelle scattate due anni più tardi, quando le assi dello stesso palco fecero vibrare l’esibizione di Ella Fitzgerald (la più partecipat­a in assoluto). Lo stesso anno — 1969 — Ray Charles fece partire il suo piano intonando Hit the road Jack!, facendo andare in estasi il pubblico su note che avrebbero fatto la storia della musica e della cultura mondiale. Presto si potrà tornare ad ascoltare quei suoni e a vedere le immagini di quella serata, assieme a tutte le altre del tesoro nascosto del Met.

 ??  ??
 ??  ??
 ?? (Cinefoto Ranfagni, Filippo Alberti) ?? Dal passato Dall’alto:
Ella Fitzgerald con il Tommy Flanagan Trio; Duke Ellington mentre firma gli autografi e Ray Charles e la sua orchestra
(Cinefoto Ranfagni, Filippo Alberti) Dal passato Dall’alto: Ella Fitzgerald con il Tommy Flanagan Trio; Duke Ellington mentre firma gli autografi e Ray Charles e la sua orchestra
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy