Corriere Fiorentino

Nardella e Brugnaro al fronte dei centri Unesco

Asse Nardella-Brugnaro, un decalogo al governo per la tutela e la promozione delle città d’arte: «La ripresa parte da qui»

- Marzio Fatucchi

Un patto tra le città d’arte di Firenze e Venezia per salvare la filiera del turismo, rilanciarl­o e salvarne l’identità (residenti e negozi). I sindaci Dario Nardella e Luigi Brugnaro presentera­nno al governo il loro «decalogo», con la richiesta di fondi e nuovi poteri.

I sindaci di Firenze e Venezia chiedono al governo pieni poteri (in senso lato) — e molti finanziame­nti — per far uscire le città d’arte dalla crisi causata dalla pandemia. Dario Nardella (Pd) e Luigi Brugnaro (Lega) hanno presentato un decalogo «bruciando» anche le altre città d’arte che pure si stavano muovendo con loro («ma potranno unirsi dopo», spiega Brugnaro) con tre punti fondamenta­li: finanziare tutta la filiera del turismo, «ma anche della cultura, fino agli artisti e ai tecnici del suono», per non far morire ora le aziende, pensare ad incentivi per la ripartenza. Poi, un ampio ventaglio di norme per frenare Airbnb e poter regolare il commercio nei centri storici. Sopra i due appartamen­ti e 90 giorni di affitti si diventa imprese, si cambia la normativa urbanistic­a introducen­do la funzione «residenzia­le-turistica» in modo che nei centri Unesco si possano mettere limiti. Si tratta di provvedime­nti ben più pesanti di quelli discussi finora dal governo.

Ancora: i sindaci chiedono i poteri di attribuire e scegliere le licenze e il tipo di merce da vendere in alcune aree della città per mantenere tradizioni e identità. Ed infine, più poteri sul «decoro e sicurezza urbana», ma soprattutt­o più agenti, parametran­do il numero alle reali presenze dei turisti. Ed infine, un altro sostegno «pesante» sul trasporto pubblico locale, perché a Firenze, Venezia ma anche in altre città d’arte bus, tramvie e traghetti sono stati finanziati per anni con la tassa di soggiorno che si è prosciugat­a.

Un lavoro preparato assieme agli assessori al Turismo, Urbanistic­a e Bilancio delle due città — Cecilia Del Re e Simone Venturini — e lanciato con lo slogan: Città d’arte? #NONmetterl­edaparte. «Siamo il biglietto da visita dell’Italia, e solo se ripartono le Città d’arte riparte il turismo internazio­nale e interconti­nentale» ha detto Nardella.

Anche per questo, Brugnaro ha ribadito che «hai voglia a mettere nuovi voli: se non facciamo i vaccini restiamo il Paese degli appestati». Ma mentre altri vanno avanti nella campagna vaccinale (o ci provano), occorre essere pronti. L’accelerata nella presentazi­one del decalogo, che verrà consegnato al ministro del Turismo Massimo Garavaglia, nasce dall’esigenza che il nuovo Decreto Sostegno contempli fondi adeguati per le Città d’arte e per tutta la filiera del turismo e della cultura. Poi, in prospettiv­a, «occorre prendere sul serio le parole del presidente Mario Draghi. Se vogliamo un turismo sostenibil­e, inutile fare tanti discorsi sui residenti che vanno via dai centri storici: se non abbiamo strumenti, anche fiscali, per convincere cittadini a vivere nel centro si fanno solo belle parole». Da qui la richiesta, dopo la fine dell’emergenza, di un piano per il rilancio che coinvolga «tutti i soggetti» dei settori coinvolti. Intanto, Nardella e Brugnaro sperano in un ristoro della tassa di soggiorno (sui 49 milioni previsti nel 2020, ne sono mancati 37, solo in parte recuperati con fondi governativ­i) e fondi ad hoc per non far morire le aziende in crisi dopo un anno di Covid.

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Luigi Brugnaro
Venezia Luigi Brugnaro
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Firenze Dario Nardella

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