«Negli ospedali si ferma la chirurgia non urgente»
Landini (Asl Centro): Prato, Pistoia, Empoli i più sotto pressione L’età dei ricoverati si è abbassata, tanti anche sotto i 50 anni
«Ci risiamo, siamo nel pieno di una nuova ondata, gli ospedali sono in sofferenza». Giancarlo Landini, è il direttore delle specialistiche mediche dell’Asl centro. «A Pistoia, Prato ed Empoli sono in grave difficoltà». Ieri la Regione, come a novembre, ha bloccato la chirurgia non urgente.
Sono 1.106 i nuovi contagiati dal coronavirus in Toscana, con un tasso altissimo di positività al tampone il 17,6%. Il sistema di tracciamento ancora regge e, malgrado qualche defezione nelle settimane scorse da parte degli studenti arruolati in autunno, sono previste nuove assunzioni che dovrebbero dare ossigeno al sistema. Ma, oltre a 11 nuovi decessi, a preoccupare è in particolare la tenuta del sistema ospedaliero: i pazienti Covid sono 1.643 (44 in più in un giorno), di cui 241 in terapia intensiva (5 in più). Così, la Regione, ieri, come a novembre, ha di nuovo bloccato tutta la chirurgia non urgente, per dare spazio alle attività Covid.
«Ci risiamo per la terza volta in un anno, siamo nel pieno di una nuova ondata, gli ospedali sono in sofferenza — dice Giancarlo Landini, che dell’Asl è il direttore delle specialistiche mediche — Gli ospedali di Pistoia, Prato e Empoli sono in grave difficoltà, mentre a Firenze, dove la situazione è migliore, gli accessi ai pronto soccorso stanno aumentando. A colpire è soprattutto il fatto che l’età media dei ricoverati è bassa: tantissimi nati negli anni ‘50 e ‘60, ma non sono pochi neppure quelli degli anni ‘70».
A far respirare un po’ il sistema ospedaliero, prosegue Landini, «è il fatto che non solo Careggi accoglie una media di 5 nostri pazienti al giorno, ma anche che a darci una mano, in una logica di rete finalmente regionale, sono anche gli ospedali di Lucca e Pisa». L’Asl aveva già sospeso da settimane la piccola chirurgia, mentre negli ultimi giorni aveva dato una stretta anche alla chirurgia programmata che prevede la degenza. Fino a ieri, quando la Regione, bloccando le attività non urgenti, ha fermato anche gli ultimi presidi che la portavano avanti, Torregalli e Borgo San Lorenzo. E se la chirurgia urgente e di classe A (come quella oncologica) va avanti a pieno ritmo, c’è già una riduzione anche alle attività specialistiche ambulatoriali, che però proseguono a pieno ritmo nei distretti non ospedalieri.
I segnali dal territorio sono contraddittori: «La Zona Gialla, ormai è evidente, non funziona — dice ancora Landini — La Zona Arancione non sembra avere particolari effetti. La Rossa invece già a novembre ha funzionato, e ora a Pistoia, la zona più in difficoltà, ma anche la prima provincia ad avere istituito la Zona Rossa, si comincia a notare forse un appiattimento dei ricoveri. A Firenze, invece, il pronto soccorso di Ponte a Niccheri è sotto forte pressione».
In totale nell’Asl Centro sono un migliaio i ricoverati: 622 i pazienti ordinari, circa 300 quelli nei centri low care, 87 invece in terapia intensiva. «Durante la seconda ondata siamo arrivati al massimo a circa 110. In teoria, chiudendo tutte le sale operatorie potremmo ipotizzare di arrivare a 140, non oltre. E già tanti medici e infermieri di chirurgia sono stati dirottati sui reparti Covid riattivati». Uno scenario preoccupante, ma che vede anche due segnali positivi. «Il primo è che, grazie alle vaccinazioni, i casi di infezioni tra i sanitari sono diventati sporadici. È un risultato enorme. Il secondo, sempre grazie al vaccino, è che dal 4 febbraio nel territorio dell’azienda non c’è più stato un nuovo focolaio nelle Rsa. Ci sono solo alcuni anziani ancora positivi, ma da prima. È una grande notizia:: abbiamo messo al sicuro le persone più fragili, riduciamo i ricoveri e, ora, non dobbiamo più inviare un alto numero di sanitari nelle Rsa ad assistere gli anziani malati. Una situazione che a novembre aveva messo in crisi numericamente gli ospedali».
«I risultati di questo inizio di campagna vaccinale sono evidenti e eccellenti — conclude Landini — Per questo bisognerebbe accelerare: perché, sia chiaro, ci sono sanitari che non fanno ferie da un anno. Una quarta ondata non so se la reggerebbero».
❞ Buona notizia I risultati della vaccinazione fra operatori sanitari e anziani sono evidenti. Facciamo in fretta, una quarta ondata non la sopporterebbero