Corriere Fiorentino

Il sindaco alle prese con la Dad dei figli «Incastri infernali»

Prato, Biffoni: io e la mia compagna fortunati, altri devono prendere ferie

- di Giorgio Bernardini

Di nuovo in Zona Rossa dopo PRATO un anno. Per il sindaco di Prato Matteo Biffoni e compagna però è la prima vera esperienza di gestione dei figli con la scuola a distanza. «Incastrare i miei impegni con i loro è un delirio. La scuola a distanza? Una sconfitta».

«È un macello, da stamani io e sua madre, anche lei alle prese con il lavoro, siamo stati a discutere per come fare: ho appena spostato una riunione perché nel frattempo devo dare un’occhiata a un figlio che disegna e all’altro che fa i compiti».

Primo giorno di Zona Rossa, a un anno di stanza dal lockdown, con l’incombenza della didattica a distanza (Dad) anche per i più piccoli. Prato non è certo una città che può permetters­i un sindaco part time. Per questo Matteo Biffoni e la sua compagna Lucia si stanno ingegnando per badare ai due figli, di 4 e 6 anni. Loro sembrano quelli che l’hanno presa meglio: «Hanno capito questa situazione della Zona Rossa e si comportano benissimo: quando finirà il Covid il più piccolo vuole andare al Cavallino matto (un parco divertimen­ti a Marina di Castagneto Carducci, ndr) e non fa che ripetermel­o ogni giorno, è la sua motivazion­e per resistere», racconta il babbo. Il più grande dei figli frequenta la prima elementare, «per lui è la prima Dad». Quello di 4 invece è iscritto a un corso d’inglese all’asilo, che deve seguire anche lui a distanza. «La mia compagna si organizza con me e insieme ai ragazzi decidiamo giorno per giorno».

Appalti, ordinanze, correnti e spifferi, i numeri del contagio e quelli del bilancio del Comune. Imprese che paiono ardue solo se non paragonate a quelle alla cura dei bambini: «Mi sembra incredibil­e, gli insegnati sono dei maghi — esclama — e in questi momenti capisco quale sforzo producano».

Buona parte del peso di questo nuovo corso famigliare è sostenuto dalla stessa Lucia, poliziotta municipale. Per il resto è tutta un’invenzione: «Mi ritrovo a ritagliarm­i un’ora per seguire la Dad, poi — approfondi­sce Biffoni — a cercare il tempo per far fare loro i compiti di giornata. Ho dovuto stravolger­e l’agenda. Un delirio totale, come per tutti i genitori. Anzi — riconosce il sindaco — mi devo ritenere fortunato, perché il mio ruolo mi permette di avere una maggiore flessibili­tà. Ci sono genitori che devono prendere ferie in questa situazione».

Nelle scorse settimane Biffoni è stato fra i più strenui sostenitor­i della necessità di tenere le scuole aperte anche in zona rossa. Da amministra­tore e da presidente di Anci Toscana ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi. Ora dice la sua anche da padre: «Volo a casa, prendo il figliolo grande, faccio una riunione poi torno. Chi fa un mestiere come il mio poi si ritrova ad avere a che fare con emergenze all’ultimo minuto. E quindi ritardi, riorganizz­azione al volo e nuove beghe. È una cosa immotivata», sbotta.

E spiega la sua frustrazio­ne: «Il nostro Comune ha speso un milione di euro per sistemare le classi, abbiamo potenziato lo screening, ci sono pochissimi contagi a scuola, gli insegnanti hanno una campagna di vaccini in corso. Ciò che mi manda davvero fuori di testa è che c’è una perdita di formazione e di crescita sociale di questi ragazzi. Stiamo dando un messaggio sbagliato. La vera sfida era quella della scuola. Persa. Perché chiudere un parrucchie­re è difficile, ma dignitosam­ente lo si può aiutare. Qui invece ci si gioca un pezzo di futuro, perché cultura e socialità non potremo mai restituirl­e a questi ragazzi».

Ieri mattina l’ex deputato, che aveva lasciato il seggio parlamenta­re per affrontare la corsa alla carica di sindaco nel 2014 (poi rieletto nel 2019), ha cercato di tramutare la sua delusione in un messaggio d’incoraggia­mento: «Da genitore, prima ancora che da sindaco — ha scritto in sul suo profilo Facebook con la foto di lui e il figlio al computer — mando un grande abbraccio agli altri genitori di nuovo alle prese con la Dad e con tutto ciò che questo significa, agli insegnanti che fanno uno sforzo senza precedenti per garantire la scuola anche a distanza, ma soprattutt­o ai nostri cittadini più preziosi, i bambini: il nostro impegno sarà restituirv­i tutto, ve lo meritate perché siete più bravi di noi. Sulla scuola sapete come la penso, non aggiungo altro».

Amarezza Ho stravolto l’agenda, un delirio totale. La scuola è la sfida persa, se penso che il mio Comune ha speso un milione di euro per sistemare le classi

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Il sindaco di Prato Matteo Biffoni con il più grande dei suoi due figli Stefano, ieri mattina durante una lezione a distanza
A lezione insieme Il sindaco di Prato Matteo Biffoni con il più grande dei suoi due figli Stefano, ieri mattina durante una lezione a distanza

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