Il sindaco alle prese con la Dad dei figli «Incastri infernali»
Prato, Biffoni: io e la mia compagna fortunati, altri devono prendere ferie
Di nuovo in Zona Rossa dopo PRATO un anno. Per il sindaco di Prato Matteo Biffoni e compagna però è la prima vera esperienza di gestione dei figli con la scuola a distanza. «Incastrare i miei impegni con i loro è un delirio. La scuola a distanza? Una sconfitta».
«È un macello, da stamani io e sua madre, anche lei alle prese con il lavoro, siamo stati a discutere per come fare: ho appena spostato una riunione perché nel frattempo devo dare un’occhiata a un figlio che disegna e all’altro che fa i compiti».
Primo giorno di Zona Rossa, a un anno di stanza dal lockdown, con l’incombenza della didattica a distanza (Dad) anche per i più piccoli. Prato non è certo una città che può permettersi un sindaco part time. Per questo Matteo Biffoni e la sua compagna Lucia si stanno ingegnando per badare ai due figli, di 4 e 6 anni. Loro sembrano quelli che l’hanno presa meglio: «Hanno capito questa situazione della Zona Rossa e si comportano benissimo: quando finirà il Covid il più piccolo vuole andare al Cavallino matto (un parco divertimenti a Marina di Castagneto Carducci, ndr) e non fa che ripetermelo ogni giorno, è la sua motivazione per resistere», racconta il babbo. Il più grande dei figli frequenta la prima elementare, «per lui è la prima Dad». Quello di 4 invece è iscritto a un corso d’inglese all’asilo, che deve seguire anche lui a distanza. «La mia compagna si organizza con me e insieme ai ragazzi decidiamo giorno per giorno».
Appalti, ordinanze, correnti e spifferi, i numeri del contagio e quelli del bilancio del Comune. Imprese che paiono ardue solo se non paragonate a quelle alla cura dei bambini: «Mi sembra incredibile, gli insegnati sono dei maghi — esclama — e in questi momenti capisco quale sforzo producano».
Buona parte del peso di questo nuovo corso famigliare è sostenuto dalla stessa Lucia, poliziotta municipale. Per il resto è tutta un’invenzione: «Mi ritrovo a ritagliarmi un’ora per seguire la Dad, poi — approfondisce Biffoni — a cercare il tempo per far fare loro i compiti di giornata. Ho dovuto stravolgere l’agenda. Un delirio totale, come per tutti i genitori. Anzi — riconosce il sindaco — mi devo ritenere fortunato, perché il mio ruolo mi permette di avere una maggiore flessibilità. Ci sono genitori che devono prendere ferie in questa situazione».
Nelle scorse settimane Biffoni è stato fra i più strenui sostenitori della necessità di tenere le scuole aperte anche in zona rossa. Da amministratore e da presidente di Anci Toscana ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi. Ora dice la sua anche da padre: «Volo a casa, prendo il figliolo grande, faccio una riunione poi torno. Chi fa un mestiere come il mio poi si ritrova ad avere a che fare con emergenze all’ultimo minuto. E quindi ritardi, riorganizzazione al volo e nuove beghe. È una cosa immotivata», sbotta.
E spiega la sua frustrazione: «Il nostro Comune ha speso un milione di euro per sistemare le classi, abbiamo potenziato lo screening, ci sono pochissimi contagi a scuola, gli insegnanti hanno una campagna di vaccini in corso. Ciò che mi manda davvero fuori di testa è che c’è una perdita di formazione e di crescita sociale di questi ragazzi. Stiamo dando un messaggio sbagliato. La vera sfida era quella della scuola. Persa. Perché chiudere un parrucchiere è difficile, ma dignitosamente lo si può aiutare. Qui invece ci si gioca un pezzo di futuro, perché cultura e socialità non potremo mai restituirle a questi ragazzi».
Ieri mattina l’ex deputato, che aveva lasciato il seggio parlamentare per affrontare la corsa alla carica di sindaco nel 2014 (poi rieletto nel 2019), ha cercato di tramutare la sua delusione in un messaggio d’incoraggiamento: «Da genitore, prima ancora che da sindaco — ha scritto in sul suo profilo Facebook con la foto di lui e il figlio al computer — mando un grande abbraccio agli altri genitori di nuovo alle prese con la Dad e con tutto ciò che questo significa, agli insegnanti che fanno uno sforzo senza precedenti per garantire la scuola anche a distanza, ma soprattutto ai nostri cittadini più preziosi, i bambini: il nostro impegno sarà restituirvi tutto, ve lo meritate perché siete più bravi di noi. Sulla scuola sapete come la penso, non aggiungo altro».
Amarezza Ho stravolto l’agenda, un delirio totale. La scuola è la sfida persa, se penso che il mio Comune ha speso un milione di euro per sistemare le classi