Corriere Fiorentino

Manuale di sopravvive­nza «Rifare i conti, e ascoltare»

Il prof Zaccaria: per le Pmi forti può essere un’occasione

- S.O.

«La pandemia è una guerra di trincea, ma le piccole imprese lungimiran­ti possono uscirne più forti». L’opinione è di Gianluca Zaccaria, consulente per la riorganizz­azione delle Pmi e docente alla Scuola di scienza aziendali.

Il decalogo delle misure da attuare per uscire dalla crisi post Covid, secondo Zaccaria parte della conoscenza: «È cruciale conoscere i costi aziendali, fissi e variabili: potrebbe sembrare un’ovvietà, ma non lo è. Soprattutt­o i piccoli imprendito­ri vanno avanti per esperienza, ma spesso non si rendono conto di come e quanto velocement­e cambia il mondo: la prima cosa da fare è conoscere i costi e capire cosa si può tagliare per ampliare i margini». La seconda cosa fare è maturare una profonda conoscenza del proprio modello di business «ed essere pronti a cambiarlo rapidament­e, se necessario. Un esempio per tutti è quello delle piccole aziende che vendevano attraverso il canale delle fiere: con la pandemia è bloccato, bisogno sostituirl­o con i canali digitali». Terzo requisito è spingere «sul Made in Italy di eccellenza ed evitare di lavorare nei segmenti dove è forte la concorrenz­a dei Paesi low cost: nel proprio ambito bisogna cercare di raggiunger­e l’eccellenza».

Ci sono poi alcune amare verità che la crisi ha sbattuto in faccia alle piccole imprese. «Molte aziende pensavano che la globalizza­zione fosse teorica, un racconto, e invece la pandemia ci ha messo un attimo ad arrivare» correndo proprio lungo le direttrici del commercio globale. Un pugno in pieno viso «per le aziende toscane che si scontrano con un concetto imprendito­riale imperniato sull’idea dell’essere bravi a prescinder­e e perciò non bisognosi di giudizi e consigli: la pandemia ha esasperato le conseguenz­e negative di questo atteggiame­nto di chiusura tipico di una mentalità campanilis­ta. Chi ha capito il messaggio ha capito che la pandemia può essere anche un’opportunit­à». Secondo Zaccaria una delle leve di resilienza per fronteggia­re la crisi è proprio la capacità di ascolto: «Serve ascoltare i propri dipendenti: se una persona ha paura di contagiars­i non la si può obbligare a lavorare, va lasciata a casa e protetta. Per far questo serve un imprendito­re che sia un leader con grandi competenze e doti, capace di dare fiducia agli altri, un punto di riferiment­o e di forza: chi ha usato i propri risparmi per anticipare la cassa integrazio­ne ai dipendenti ha una marcia in più, chi sta aperto anche se non ci guadagna conserva la relazione con i clienti».

Fino ad oggi ha vinto chi ha avuto chiara la propria missione imprendito­riale, ha puntato sull’eccellenza e ha valorizzat­o competenze e personale: «Questa strada va seguita adesso a maggior ragione. La situazione è difficile, ma le Pmi che hanno nel proprietar­io un faro per capacità e leadership, e hanno chiaro dove vogliono andare e possiedono lungimiran­za, possono solo rafforzars­i. Saranno spazzati via i più deboli».

Sorpresa «In molti pensavano che la globalizza­zione fosse un racconto, poi con la pandemia...»

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