Corriere Fiorentino

«Poco dialogo», rischio sciopero al Maggio

Musicisti contro il sovrintend­ente Pereira: «Se non ci convoca saltano 3 spettacoli»

- Chiara Dino

È una lettera durissima nei toni e molto lunga quella che gli artisti del Maggio hanno inviato ai vertici della Fondazione sabato scorso proclamand­o lo stato di agitazione, preludio anche a un prossimo possibile sciopero, per il tramite del loro sindacato che è la Fials.

Contestano al sovrintend­ente Alexander Pereira e alla dirigenza tutta di avere da troppo tempo sottovalut­ato la richiesta di un dialogo con i lavoratori e di aver preso decisioni inerenti l’organizzaz­ione del lavoro, la programmaz­ione e altro senza mai concordare alcunché con i musicisti e i loro rappresent­anti. Pertanto annunciano già che, se entro sabato 20 non saranno convocati, sono pronti a fare sciopero facendo saltare anche la programmaz­ione in streaming. Tre gli appuntamen­ti a rischio: due con la direzione di Zubin Mehta — si tratta di due concerti — e uno con il Mozart di Così fan tutte sempre con Mehta sul podio per la regia di Sven-Eric Bechtolf. Per Enrico Sciarra, della segreteria provincial­e della Fials Cisal i lavoratori del Maggio stanno facendo emergere un malessere che viene da lontano: «Già dall’epoca in cui Francesco Bianchi era sovrintend­ete la prassi del confronto coi sindacati era come andata in disuso. Lo stesso è avvenuto con Cristiano Chiarot e ora con Pereira, anche se sappiamo che la responsabi­lità non è solo sua ma di tutta la dirigenza del teatro. È almeno dal 2016 che ci vediamo calare le decisioni dall’alto».

Si tratta di decisioni — almeno per quelle che riguardano la protesta di questi giorni — che riguardano vari punti: «Il teatro ha messo in programmaz­ione alcune registrazi­oni che facevamo parte dell’archivio senza consultarc­i, quando un utilizzo commercial­e non è previsto. Capiamo che con la pandemia in corso si tratti di una soluzione comprensib­ile, ma perché non informarci e coinvolger­ci in questo cambio d’uso».

Non finiscono qui le ragioni della protesta: l’argomento più delicato e più spinoso, sempre per i rappresent­anti della Fials, riguarda l’organizzaz­ione del lavoro. «Anche in questo caso — aggiunge Sciarra — totale disponibil­ità a cambiare in corsa tenuto conto delle esigenze legate alla pandemia, ma è una disponibil­ità che noi offriamo a fronte di un dialogo». Infine il tema delle nuove assunzioni: «Ultimament­e si è preceduto per selezioni e non per concorsi — conclude Sciarra — una prassi che noi non possiamo non contestare».

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