Corriere Fiorentino

IL LIUTAIO SOCIAL IN BOTTEGA CON PARIS ANDREW

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Trent’anni, inglese, è una delle ultime leve della squadra di talenti della Liuteria Toscana «Ho portato sul web questa sapienza tradiziona­le, sviluppand­o anche l’e-commerce Molti italiani sentono il bisogno di ritrovare il contatto perduto con i vecchi strumenti»

Un mestiere che più artigiano e «manuale» non si può immaginare, quello del liutaio. Ma immerso nell’universo più «virtuale» del mondo al tempo del covid. Ci voleva solo un po’ di mentalità inglese da ibridare con la sapienza artigiana tradiziona­le fiorentina, per prendere una tradizione secolare e di qualità come quella della liuteria toscana e portarla con profitto nell’universo dei social.

Lo ha capito Paris Andrew. Con i suoi quasi 19 mila follower su Instagram e una serie di video e foto curati ed eleganteme­nte illuminati, immersi in un’atmosfera candida, familiare e accoglient­e, questa ragazza inglese appena trentenne ha scoperto che «la costrizion­e tra le mura domestiche di questo anno di pandemia ha fatto tornare a molti la voglia di ritirare fuori dalle soffitte gli strumenti che magari non suonavano né toccavano da anni». Ormai logori in molti casi, consumati dal tempo. «Con un gran bisogno di una messa a punto». Serviva solo «portare questa sapienza tradiziona­le sul web, sviluppare l’e-commerce anche dei liutai». Per questo «il contraccol­po subito dal lungo stop e dal lockdown è stato meno tremendo di quanto potessi immaginare all’inizio». Paris si è affermata come liutaia a Londra già a 20 anni. Specializz­ata in violini e viole. «Sono venuta a Firenze tre anni fa per un corso di approfonpa­ndemia di tre settimane... e non sono più tornata indietro». Anzi, visto che c’era «mi sono ri-iscritta al Conservato­rio» che aveva lasciato anni fa nel suo Paese. E ora è una delle nuove leve della ricca squadra della Liuteria Toscana, il laboratori­o e scuola che costeggia il Terzolle dietro l’ospedale di Careggi. «La ci ha tolto il mercato asiatico, soprattutt­o quello cinese che era il più florido, il più importante — racconta lei — ma ci siamo riadattati su quello interno ed europeo: se dalla Cina ci commission­avano molti strumenti nuovi, gli italiani più spesso hanno bisogno di ritrovare il contatto perduto con quelli vecchi».

Il suo maestro è stato Keith Graves al South Thames College. Ma a Firenze ha trovato una squadra piena di giovani come lei e di talento. Tra i fondatori della Liuteria Toscana c’è anche il maestro Fabio Chiari, tra i primi a portare il mestiere sul web. Lui usava YouTube e i suoi video negli anni sono diventati dei cult, ma non tanto perché mostrava come si costruisce uno strumento musicale. Quanto perché mentre li costruiva nella sua casa di Sesto Fiorentino, si lasciava andare a spassosi monologhi di commento politico e di attualità che lo resero un personaggi­o anche comico, oldimento

 ??  ?? Da sapere Accanto l’inglese Paris Andrew nei luminosi ambienti della Liuteria Toscana, il laboratori­o e scuola che costeggia il Terzolle dietro l’ospedale di Careggi. La sua pagina Instagram ha quasi 19 mila follower; lei spiega un mestiere antico, ricco di fascino, anche a chi in una bottega non è mai entrato (Cambi/Sestini)
Da sapere Accanto l’inglese Paris Andrew nei luminosi ambienti della Liuteria Toscana, il laboratori­o e scuola che costeggia il Terzolle dietro l’ospedale di Careggi. La sua pagina Instagram ha quasi 19 mila follower; lei spiega un mestiere antico, ricco di fascino, anche a chi in una bottega non è mai entrato (Cambi/Sestini)

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