Malika cacciata perché lesbica, c’è un’inchiesta
Tanta solidarietà a Malika, la ragazza cacciata di casa dai genitori perché lesbica. Il sindaco ha incontrato la famiglia, che non recede, e intanto la Procura indaga per violenza privata.
Si indaga per incendio colposo a carico di ignoti, almeno per il momento. Perché i carabinieri della Compagnia di San Giovanni, coordinati dalla magistratura diretta da Roberto Rossi, sospettano che sia stato qualcuno a incendiare — lo scorso 2 aprile la Valentino Shoes, a Levane, e poi la Lem. I vigili del fuoco sono ancora concentrati sul primo incendio e stanno cercando di risalire al punto esatto dell’origine delle fiamme. Accertamento fondamentale per capire se qualcuno ha usato un innesco oppure no. I carabinieri stanno passando al setaccio le telecamere della zona, ma al momento non sarebbe emerso nessun indizio. Nei prossimi giorni i due incendi saranno riuniti in Procura in un unico fascicolo. «Noi facciamo congetture e non abbiamo trovato corrispondenza tra l’incendio alla Lem Industries e quello alla Valentino Shoes»: non è riuscito a sciogliere i dubbi Omar Cescut, direttore marketing della Lem Industries. «Ci facciamo tutte le domande possibili, dal boicottaggio all’autocombustione — dice Cescut — ma zero risposte. Siamo un’azienda solida, non abbiamo licenziato. Dall’inizio dell’anno persino assunto alcune persone ed eravamo talmente tranquilli da non aver mai pensato di raddoppiare la vigilanza e abbiamo mantenuto un guardiano notturno. Proprio da lui era partito l’allarme per l’incendio alla Valentino. Non abbiamo fatto il calcolo dei danni. Ci stiamo riorganizzando».