Corriere Fiorentino

I due ormeggiato­ri e l’unico salvato «Lui ci disse che erano tutti morti»

A Valli e Mattei la pergamena del Comune. «Non riuscimmo a fare di più»

- A.V.

L’unico superstite della Moby Prince, Alessio Bertrand, fu salvato dagli ormeggiato­ri Walter Mattei e Mauro Valli, che lo trovarono aggrappato a una ringhiera del ponte di poppa e lo convinsero a gettarsi in mare, mentre il traghetto era divorato dal fuoco e coperto dal fumo. Ieri mattina il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, ha consegnato loro una pergamena in ricordo di quell’impresa: a bordo di un’imbarcazio­ne, che viaggiava a 6-7 nodi, provarono a inseguire il traghetto che solcava il mare seguendo una traiettori­a circolare, ormai privo di controllo. Riuscirono ad avvicinars­i e a tirare a bordo Bertrand. «Immagini il forno di una pizzeria — racconta Mattei — Questo era il Moby Prince, con le lingue di fuoco che uscivano dagli oblò. Pensammo che da lì non si sarebbe buttato più nessuno e allora decidemmo di seguire il senso della corrente, nel caso in cui qualcuno fosse in mare da prima». Mattei ricorda bene quando salvarono Bertrand: «Era scosso, sotto choc. Gli detti la mia giacca, diceva di aver camminato sui morti e che tutti erano morti». Com’è possibile, se persino alla commission­e d’inchiesta ha riferito di aver gridato di sbrigarsi perché sulla nave c’erano ancora persone vive? «È un bugiardo. Disse proprio così. Se poi ha cambiato versione…». Mauro Valli conferma: «Bertrand riferì che non c’erano più vivi. La verità è scritta nella prima sentenza. Per me la plancia della Moby Prince si è infilata in un banco di nebbia, a un certo punto si è trovata davanti a una parete di acciaio. La conferma viene dallo squarcio a forma di delta nella murata di destra dell’Agip Abruzzo». Entrambi hanno 69 anni e sono in pensione. Quella notte la ricordano come un incubo: l’allarme, il fuoco, il fumo, il mare calmo, l’adrenalina a mille nel cercare qualche scampato, il ritrovamen­to, le perlustraz­ioni fino all’alba… E la nebbia, quella notte c’era la nebbia? «Ricordo che in mare c’era fumo, vapore. E la nebbia era a banchi — racconta Mattei — Chi dice che c’era, ha ragione; ma chi afferma il contrario non ha torto. Ricordo che noi riuscimmo a uscire in mare, il pilota sull’imbarcazio­ne dopo di noi non ce la fece». Allora, cosa può essere accaduto? «Una serie di eventi negativi — aggiunge Mattei — Quando dice male, dice male». «Io posso dire che oggi ci sono strumenti di monitoragg­io di cui prima non c’era traccia — gli fa eco Valli — Senza dimenticar­e che ora, ma ora e non prima, in porto ci sono due corridoi: uno di uscita e l’altro di entrata. Però va tenuta presente una cosa». Cosa? «Di fronte a un evento di quel genere — è ancora Valli che parla — è difficile portare qualunque soccorso. Servirebbe­ro due navi ferme in porto, adibite solo a questo scopo».Tuttavia qualcuno in più poteva essere salvato? «Il mio rammarico è averne salvato solo uno — conclude Mattei — Ma io e Mauro, più di questo, non siamo riusciti a fare».

❞ Bertrand disse che a bordo c’erano ancora persone vive? No, è un bugiardo Oppure ha cambiato dopo la sua versione

 ??  ?? Istituzion­i
Il sindaco Salvetti, il presidente del Consiglio regionale Mazzeo e il governator­e Giani
Istituzion­i Il sindaco Salvetti, il presidente del Consiglio regionale Mazzeo e il governator­e Giani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy