Le nobili decadute, che ora tremano per l’incubo della D
Le crisi di Livorno, Pistoiese, Lucchese e Arezzo
Pistoiese, Lucchese e Livorno retrocesse direttamente, Arezzo ai playout in extremis: una Caporetto per il calcio toscano di serie C, se il campionato finisse oggi. E invece rimangono ancora quattro giornate da disputare, con 12 punti a disposizione per scongiurare lo scenario peggiore possibile, confidando in ripetuti passi falsi delle squadre su cui fare la corsa per assicurarsi gli spareggi salvezza.
Per tutte il discrimine è la cosiddetta «forbice»: se la penultima chiude la stagione regolare con un distacco di (almeno) 8 punti dalla quintultima, precipita subito in D assieme all’ultima. Lo stesso vale per la terzultima, con la quartultima come riferimento. E se nel girone B l’Arezzo (oggi dovrà affrontare la Vis
Pesaro in condizioni di assoluta emergenza) acciufferebbe i playout grazie all’unico punto di vantaggio sul Ravenna fanalino di coda ed ai 7 di ritardo dal Legnago sedicesimo (su venti), nell’altro raggruppamento, Pistoiese, Lucchese e Livorno (che occupano gli ultimi tre posti) sprofonderebbero tra i dilettanti, inguaiate (anche) dal successo di mercoledì dell’Olbia su una Carrarese che sta vivendo una crisi senza fine (ieri contro l’Albinoleffe ha rimediato la quinta sconfitta consecutiva e il tecnico Silvio Baldini si è nuovamente dimesso). Delle tre, l’Olandesina è quella messa meglio in classifica (terzultima) ma che se la sta passando peggio: in settimana ha pareggiato con la Juventus Under 23 interrompendo il digiuno di reti (superiore ai 700 minuti) dopo averne incassate 5 domenica scorsa dal Livorno, ma non di vittorie (dura da 13 gare). L’ultima risale al 31 gennaio contro il Como attuale capolista.
Nemmeno Sottili — terzo allenatore dopo Frustalupi e Riolfo — è riuscito a scuotere una squadra in caduta libera, a -10 dalla Giana Erminio quartultima. Ci prova allora il presidente Orazio Ferrari con un appello rivolto ai tifosi, chiedendo loro «di lottare tutti insieme» per evitare la retrocessione. «È un’impresa che adesso appare difficilissima per come si sono messe le cose, ma provarci con tutte le nostre forze è una questione di responsabilità» ha aggiunto nella lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale del club, precisando inoltre che lui stesso si impegnerà «anima e corpo fino alla fine, lasciando nulla di intentato». Un evento nefasto di per sé, il ritorno in serie D, figurarsi nell’anno del centenario.
«Sarebbe un fallimento», avverte Bruno Russo, proiettando quel pericolo sulla Lucchese (penultima) di cui è patron nonché l’unico autorizzato a parlare. Per gli altri, silenzio stampa sino a fine stagione: servirà? Intanto, oggi alle 15 al Porta Elisa è in programma lo scontro diretto con il Livorno, ultimo a causa di una situazione societaria di perenne incertezza (considerando inoltre potenziali acquirenti che rimangono tali), delle due penalizzazioni (-5 a dicembre e -3 a marzo, anche se per la seconda «abbiamo presentato ricorso», afferma il presidente Giorgio Heller) e dei risultati negativi, ora non più tali con Marco Amelia in panchina: due pareggi seguiti da due vittorie da metà marzo hanno alimentato le speranze di salvezza. «Sarebbe come vincere un Mondiale», ripete spesso il tecnico. In fondo, lui che era nella spedizione azzurra in Germania sa come si fa.