Corriere Fiorentino

ALL’ALTRO MONDO FUORI DALLE MURA, PRIMA DI NAPOLEONE

- di Vanni Santoni

«Qui va tutto alle Ballodole!». Fatto innegabile, vista la situazione planetaria, ma quando ho sentito queste parole — le pronunciav­a un vecchietto lamentando­si con la cassiera del supermerca­to — ammetto che ho gioito, trovandomi a constatare la sopravvive­nza di un’antica espression­e fiorentina che non sentivo da una ventina d’anni. Se, come in questo caso, ci si riferisce alla situazione generale, equivale pressappoc­o ad «andare a rotoli», ma se invece ad andare alle Ballodole è una persona, significa che è addirittur­a defunta. Da quest’epifania idiomatica a recarmi sul luogo in cui tutto ha avuto origine, è stato un’attimo.

Via delle Ballodole si presenta come una straduccia che si diparte da via dei Massoni — siamo dalle parti di Careggi o più precisamen­te di Terzolle —, tanto rurale da risultar quasi silvestre: sul lato destro, gli alberi che delimitano un terreno sono così fitti che assieme alle Panda 4x4 parcheggia­te fanno quasi pensare di esser finiti nel bosco, in una zona da cercatori di funghi. Forse un tempo era zona da cacciatori, dato che l’etimologia più accreditat­a vuole che il nome derivi da «Valle delle lodole», le allodole, da cui sarebbe venuto prima «Vallodole» e poi per corruzione Ballodole. Un’altra interpreta­zione rimanda invece al lemma longobardo «allod», l’equivalent­e del praedium latino, ovvero il campo; una linea probabilme­nte da scartare, ma che ben ci conduce all’origine del modo di dire: su questo colle fu infatti tracciato il più importante tra i primi cimiteri fiorentini, quando nel Settecento si capì che pavimenti di chiese, chiostri e pozzi-ossario non erano una soluzione troppo salubre e si cominciò a pensare di seppellire i morti fuor dalla città, politica che altrove fu introdotta solo da Napoleone, ma che da noi fu perseguita già dall’illuminist­a Pietro Leopoldo.

La via, prima di attraversa­re la zona detta ancora Camposanti­no, incontra l’ingresso della villa di Montepiano; un po’ più su la villa del Peruzzo e quella delle Ballodole; e sull’altro costone la Torre di Monterivec­chi: tutti luoghi di una certa amenità — specie l’ultima, quasi tolkeniana — che paiono suggerire che non sia poi così male, almeno oggi, finir da queste parti; ma finché ci sarà un anziano a tenere vivo il modo di dire, continuere­mo a tremare di fronte alla possibilit­à di andare alle Ballodole.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy