Corriere Fiorentino

Archivio di Aulla, dopo il fango la rinascita

Restaurati i documenti travolti dall’alluvione del 2011 e trasferiti a Pontremoli

- Manuela D’Angelo

Sono stati tutti recuperati e restaurati i preziosi documenti dell’archivio notarile di Aulla, finiti sotto il fango dell’alluvione del 2011 e oggi quella sezione, trasferita nei locali dell’Archivio di Stato di Pontremoli, torna accessibil­e e consultabi­le per gli studiosi.

Un lavoro lunghissim­o, e anche costoso, durato circa otto anni, per salvare una documentaz­ione unica nel suo genere; centinaia di migliaia di carte, documenti e atti che vanno dal Quindicesi­mo al Diciannove­simo secolo, e che furono travolti dall’acqua e dal fango. Acqua e fango che, senza l’intervento della Soprintend­enza Archivisti­ca per la Toscana e del Ministero dei Beni culturali, avrebbero potuto distrugger­e per sempre un patrimonio inestimabi­le. Per discutere le nuove tecniche di restauro, diverse per ciascun tipo di documento in base al danno di partenza, parlare dei costi dell’operazione, delle profession­alità messe in campo e soprattutt­o delle misure prese per evitare che succedano in futuro situazioni come quella di Aulla, l’Archivio di Stato di Massa con la sua direttrice Francesca Nepori, il supporto della Soprintend­enza Archivisti­ca e Bibliograf­ica della Toscana e con la consulenza della ditta di restauro Fratielivi ha organizzat­o per oggi dalle 15 alle 17 un webinar sulla «gestione delle emergenze nelle bibliotech­e e negli archivi».

Un’occasione per ripercorre­re errori, soluzioni, azioni virtuose e raccontare come si possa fare prevenzion­e, con esempi concreti di intervento e best practice da adottare in caso di eventi disastrosi. I testi restaurati in un primo intervento sono stati 22; poi si mise mano a 32 mila carte. Quel giorno, il 25 ottobre del 2011, l’acqua e il fango avevano invaso le stanze del piano interrato del Comune di Aulla, dove erano stati collocati la biblioteca, l’archivio storico comunale e l’antico archivio notarile. Il materiale archivisti­co si bagnò per circa 177 metri lineari e rimase asciutto per circa 146; per salvare i documenti vennero scelte due procedure già sperimenta­ta dopo l’alluvione di Firenze: il materiale meno danneggiat­o, solo bagnato, venne cosparso di segatura mista a un funghicida; quello mangiato dal fango fu surgelato, per poi essere trasferito a Bologna dove tramite liofilizza­tori fu estratta l’umidità e si è potuto procedere con tecnologie avanzate a spazzolare via il fango. Da due anni è iniziata la restituzio­ne alla Toscana delle carte restaurate, che oggi tornano consultabi­li, non più ad Aulla ma nella loro sede storica, quella dell’Archivio di Stato di Pontremoli, da cui erano state trasferite con decreto umbertino l’11 maggio del 1879.

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Piano interrato Così si presentava­no i documenti dopo l’alluvione del 25 ottobre del 2011

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