La lettera di Battiato per il monastero buddista di Santa Luce
La scrisse nel 2012, ora a Santa Luce inizia la raccolta fondi
❞ È un progetto di elevato livello che potrebbe portare lustro al comune e all’Italia
La prego di prendere in considerazione il mio consiglio: potrebbe portare lustro internazionale al suo comune, che ha un nome predestinato, e all’Italia».
Parole che arrivano da lontano nel tempo perché risalgono al 2012, e nello spirito, vergate da Franco Battiato e indirizzato all’amministrazione di Santa Luce. Il piccolo comune in provincia di Pisa, nella sua frazione di Pomaia, ospita una fiorente e molto nota comunità buddista, l’Istituto Lama Tzong Khapa, visitata anche dal Dalai Lama nel 2014 e dall’attore statunitense Richard Gere. Una comunità che, da anni, sta cercando di costruirsi una casa adeguata, un tempio che, una volta realizzato, sarà il più d’Europa. A perorare la causa dei monaci santalucesi anche Battiato, in una lettera che l’artista siciliano indirizzò alla precedente amministrazione: «L’Istituto Lama Tzong Khapa — scriveva Battiato — comunità spirituale fondata anche da laici, sta richiamando attorno a sé un interesse sempre più crescente. Il futuro monastero, che dovrebbe essere costruito su una roccia, come i monasteri del Tibet, è un progetto indipendente, di elevato livello architettonico, semplice e rigoroso. Darebbe, oltretutto, un notevole contributo al recupero ambientale». Quattro anni dopo l’invio della lettera la sindaca Giamila Carli avviò il progetto siglando un protocollo d’intesa con Regione Toscana e la comunità buddista di Pomaia. Ora, si spiega dal Comune, «tutto è stato predisposto affinché la realizzazione dell’opera proceda senza intoppi: il consiglio comunale, in aprile, ha approvato il progetto attuativo, mentre Sangha Onlus, l’associazione incaricata della progettazione, a breve presenterà il progetto definitivo e una volta ottenuta la licenza edilizia, darà avvio alla raccolta dei fondi». Massimo Stordi, monaco e responsabile del progetto Sangha Onlus, da anni legato da un rapporto di amicizia con Franco Battiato, spiega che anche l’artista «riteneva il monastero fondamentale per lo sviluppo dell’attività monastica. Ora, finalmente, potremo realizzarlo: il progetto è pronto, inizieremo la raccolta di fondi appena sarà rilasciata la concessione edilizia». Al momento non è previsto alcun contributo pubblico. Il terreno è già stato acquistato dai mogrande naci attraverso l’associazione monastica, la Sangha Onlus appunto, separata dall’Istituto Lama Tzong Khapa, fondato nel 1977. Il progetto è stato firmato da Gino Zavanella, uno dei più grandi architetti italiani e autore dello Juventus Stadium, e dall’architetto toscano Mauro Ciampa. L’istituto sarà diviso in due ali, quella dei monaci e quella delle monache e le cucine, al centro troverà posto il tempio accompagnato da una biblioteca e dalla residenza dell’abate, il monaco responsabile. Un ampliamento potrebbe, nelle intenzioni dei monaci, interessare anche lo stesso istituto Lama Tzong Kapa, il centro attualmente in funzione, che tornerebbe così ad avere una grande sala dedicata alla meditazione dopo l’incendio che la distrusse nel 2008.