Corriere Fiorentino

Siena, la ragazza ascoltata due volte

Il racconto della violenza: «Era una trappola». Domani l’interrogat­orio di Portanova

- Aldo Tani

«Una trappola». La parola usata dalla ragazza, che è al centro dell’indagine presunta violenza sessuale, per descrivere quello che le è accaduto. Gli inquirenti l’avrebbero sentita almeno due volte e sarebbero pronti a farlo almeno una terza, presumibil­mente quando avranno ascoltato tutti i testimoni presenti nell’abitazione. E domani toccherà al giocatore del Genoa Manolo Portanova dare la sua versione.

«Una trappola». La parola usata dalla ragazza, che è al centro dell’indagine presunta violenza sessuale, per descrivere quello che le è accaduto. È uno dei passaggi della deposizion­e nella quale la giovane ha raccontato quella serata tra il 30 e il 31 maggio in una casa non lontano da piazza del Campo, a Siena. Gli inquirenti l’avrebbero sentita almeno due volte e sarebbero pronti a farlo almeno una terza, presumibil­mente quando avranno ascoltato tutti i testimoni presenti nell’abitazione.

La ragazza ha ribadito che era andata là per incontrare Manolo Portanova, giocatore del Genoa e uno degli indagati, conosciuto qualche giorno prima in chat. In suo compagnia c’era una sua amica, ma le due poi si sono separate. Lei ha seguito il calciatore in una stanza, dove ha iniziato a consumare un rapporto sessuale. Da qui la narrazione è entrata nel vivo dell’indagine, perché la vittima ha raccontato delle tre persone entrate nella camera, che sarebbero state respinte una prima volta. La pausa sarebbe stata breve, perché tornate alla carica, e dopo aver spento la luce, secondo la testimonia­nza, avrebbero abusato di lei, a più riprese.

La giovane ha raccontato che Portanova avrebbe incitato gli amici e da qui la convinzion­e, anche di chi indaga, che tutto potesse essere stato organizzat­o in precedenza. Nella deposizion­e è presente anche la parte legata alle «riprese» di quei momenti. Avrebbe affermato di aver visto dei flash in azione. Un aspetto tutto da chiarire e che sarà sviscerato a seguito degli accertamen­ti tecnici non ripetibili sui telefoni cellulari, in programma mercoledì. Anche i legali di accusa e difesa hanno affrontato l’argomento in maniera molto cauta. Altri elementi chiave potrebbero arrivare dalla testimonia­nze delle altre sei persone che hanno partecipat­o alle serate.

Alcuni di loro sarebbero già stati sentiti. Un ruolo prioritari­o lo avrà anche Manolo Portanova, che domani mattina sarà presente al Tribunale di Siena per l’interrogat­orio di garanzia davanti al giudice Jacopo Rocchi e al Pm Nicola Marini. È l’ultimo dei fermati che deve essere ascoltato, perché Alessandro Cappiello, suo amico, e lo zio Alessio Langella si sono già presentati in Procura.

La quarta persona coinvolta, un minorenne, è denunciato a piede libero. Nei confronti dei due maggiorenn­i il giudice non ha ancora deciso se concedere la possibilit­à di tornare a lavoro, né tanto meno se revoca gli arresti domiciliar­i. Al fianco di Portanova potrebbe non esserci l’avvocato Gabriele Bordoni del foro di Bologna, perché impegnato in altro procedimen­to: «Avevo chiesto al gip di spostare l’interrogat­orio, ma non è stato possibile». Il legale ha chiarito però un aspetto: «Ho parlato con il mio cliente. Se dal suo racconto fossero emerse prove della colpevolez­za, mi sarei già recato a Siena».

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