Uno sforzo collettivo per restar fuori dalla cartolina
A San Quirico d’Orcia l’esperienza di Vald’O e del neonato gruppo di associazioni «Identitas»
❞ Cipriani Il punto di partenza è vivere la nostra terra, evitare la musealizzazione che fa rimanere tutto immobile
«Non possiamo vivere in una cartolina». Seduto a un tavolino della libreria-vineria Vald’O, aperta 3 anni fa insieme alla moglie Valentina, Antonio Cipriani — un passato, tra le altre cose, da caporedattore de l’Unità e da direttore dei quotidiani E Polis — guarda passeggiare un gruppo di turisti su via Dante Alighieri a San Quirico d’Orcia: «Chi arriva qui — spiega — cerca ritmi diversi rispetto al mordi e fuggi di borghi vicini o di altre città della Toscana, dobbiamo fare di tutto per mantenere questa dimensione dell’incontro lento, della scoperta di rapporti umani oltre che di bellezze storiche e artistiche». Quando nel 2017 è arrivato in Val d’Orcia ha trovato paesaggi suggestivi che rischiano però di essere travolti dal turismo di massa che ha già snaturato la vicina Pienza. Così prima con il collettivo Magnifica Terra, poi con Vald’O e una serie di attività anche con alcuni vignaioli, ha avviato un progetto per scoprire e raccontare itinerari alternativi. «Il punto di partenza — continua — è abitare la nostra terra, vivere il presente, evitare quella musealizzazione che tende a far rimanere tutto immobile. Vald’O spesso si trasforma in una redazione aperta dove donne, uomini, giovani e anziani si confrontano su questi temi e poi danno vita a pubblicazioni cartacee, video, contenuti multimediali».
L’ultima tappa in ordine di tempo è la creazione di «Identitas», un gruppo di associazioni di vari centri — per ora Radicofani, Sarteano, Cetona, San Casciano dei Bagni, San Quirico — per «tessere relazioni spezzando luoghi comuni e costruendo nuovi orizzonti fuori da ogni cartolina e dalle retoriche mimetiche del tempo». «Non abbiamo bisogno — sottolinea Cipriani — della star tv o del grande nome del circuito mediatico per fare cultura, è un modello che non genera crescita, forse può portare ricchezze materiali, ma i nostri territori sono ricchi di esperienze artistiche, artigianali, poetiche ed è quello che dobbiamo far vedere ai visitatori, bisogna partire dalla nostra identità». In questa ottica si inserisce anche «In viaggio», lavoro sulla memoria collettiva con il coinvolgimento di giovani immigrati di seconda generazione che racconteranno i paesi dove vivono dopo aver intervistato gli anziani.