La fuga nel castello, seguendo la bussola della musica
Laura e Stefano hanno lasciato Firenze per Belforte. E questa estate organizzano un festival
❞ Sbolci Ho più relazioni sociali qui che nel mio vecchio condominio È stato un salto nella qualità della vità
«Ho più relazioni sociali adesso che nel mio vecchio condominio. E qui la notte si vedono ancora le stelle». Laura Sbolci, con il marito Stefano Dalpiaz, ha lasciato la città per cambiare vita: la sua oasi di felicità l’ha trovata a Belforte, castello medievale da 130 anime nel Comune di Radicondoli. «Alla soglia dei sessant’anni — racconta — abbiamo fatto il grande passo, acquistando una casa nel borgo per viverci: siamo felici». Merito dello smart working; lui avvocato, lei impiegata in una grande azienda, tre figli grandi, tutti musicisti e indipendenti. La musica che li ha portati altrove — in Austria, Germania, uno aspettava solo la maturità — ha guidato la famiglia a Belforte. «Siamo arrivati da queste parti pochi anni fa — racconta Laura — prima dal liutaio di Montecastelli, poi da un violista, ex insegnante della Scuola di Musica di Fiesole, che si è ritirato qui da tempo: abbiamo trovato una comunità musicale fertile in un contesto meraviglioso e ci siamo innamorati». Poi è arrivata la pandemia. «Avevamo dei risparmi, potevamo investirli in una piccola casa a Firenze da affittare o in una molto più grande per cambiare vita: i nostri figli non hanno avuto dubbi, soprattutto quando nella casa che stavamo acquistando abbiamo trovato un fortepiano a coda!». La musica, anche stavolta.
«È stato un salto nella qualità della vita: d’estate si apparecchia in strada, i portoni sono sempre aperti». Quest’anno hanno deciso di organizzare un festival di musica da camera: si chiama «BelfortiSSimo» e dal 16 giugno, ogni due settimane, porterà qui giovani e talentuosi quartetti d’archi di Fiesole. All’aperto, rigorosamente gratuito: «Se arriva qualcuno, prendiamo un’altra sedia». Anche l’amministrazione crede che questo angolo del Senese possa rappresentare un nuovo modo di vivere e ha attivato contributi per negozi, affitti, trasporti e soprattutto acquisto di nuove case per chi mantiene la residenza per 10 anni. «Il progetto Wivoa-Radicondoli — spiega il sindaco Francesco Guarguaglini — rappresenta una realtà che sostiene i residenti e vuole crescere; una comunità che ha tutte le risorse per rispondere anche a una domanda di residenzialità diversa che il Covid ha sollevato». Gli effetti già si vedono.