LE MURA, I POGGETTI E LE PORTICINE DA HOBBIT MA È UN IDILLIO BREVE
Via dei Bastioni, nome che suggerisce un potenziale panoramico, che viene però subito disatteso: non ci si trova, infatti, sopra ipotetici bastioni, ma sotto di essi, ovvero sotto larghe porzioni di mura invisibili dal lungarno Cellini poco più in basso. Ci si trova anche sotto a viale Poggi, e in effetti la strada può essere considerata una creazione dell’architetto del «risanamento», responsabile, tra l’altro, della riorganizzazione dei percorsi (e della viabilità) attorno a Piazzale Michelangelo e San Miniato al Monte. L’assenza di panorama, ma ancor più il suo costituire un regolare sfogo del traffico automobilistico (non ha neanche il marciapiede, e per di più c’è chi ci parcheggia, nonostante la strettezza) la rende la strada meno considerata del percorso dei Colli, se vogliamo a ragione. Ciò non toglie che presenti un certo interesse, almeno per chi riesce a risalirla e poi discenderla (la direzione consigliata è da viale Poggi a viale Michelangelo, e non viceversa) riuscendo a non farsi investire. Il trucco è provare in ore inusuali: senza le auto, infatti, si ritrova qui una fiorentinità di marca quattrocentesca, già pienamente urbana ma forte ancora di un rapporto armonioso tra uomo e natura, con le mura che dialogano coi poggetti e i greppi su cui cresce una flora a volte d’apparenza selvaggia, ma in realtà sempre selezionatissima, a volte alternata a brani di mura più antichi, o almeno non ristrutturati, azzannati da edere e convolvoli. Il bello, poi, arriva qualche passo più in là, quando da sotto ai bastioni spunta una serie di basse porticine turchesi, a loro volta assommitate da sbuffi di rampicanti: saranno abitazioni di hobbit rinascimentali? Seguono cancelli e portoni dall’aspetto più umano, e poi, dopo un pugno di rampette più o meno segrete, alcune delle quali capaci non solo di scendere all’Arno, ma anche di ascendere a San Miniato, un ultimo aggregato di casucce, se non da hobbit, comunque da gente d’altri tempi, che pare vivere un’esistenza parallela e protetta in questo veridico nascondiglio. L’idillio, come è nella sua natura, non dura molto; dopo un po’ cominciano le villozze neogotiche, e con esse finiscono, inevitabilmente, i bastioni come luogo di speciali incanti: si spunta sul viale Michelangiolo e si torna a una Firenze magari Capitale, ma già dimentica delle armonie profonde di cui era capace quando era il «fiore del mondo».