Corriere Fiorentino

VOLTI DAL MONDO

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La «Monna Lisa» del Mali, la monaca vietnamita, la gioia di una delle donne sfuggite alle violenze domestiche in Kenia: a Casole d’Elsa le fotografie di Heinz Homatsch «Scatto senza preavviso, poi mi fermo a parlare con chi ho ritratto e ci raccontiam­o»

Casole d’Elsa ha ripreso vita. I turisti sono tornati. I bottegai sorridono. I tavolini brulicano. Il bar Chiaroscur­o, su via Casolani, si è affollato di volti nuovi. Arrivano da angoli remoti del pianeta. Sono gigantogra­fie in gran parte in bianco e nero, esposte per la prima volta da Heinz Homatsch, il fotografo viennese da 50 anni in Italia, da 25 nel borgo senese. «Sono un viaggiator­e fotografo», dice Homatsch, che ha visitato 106 Paesi. In Turchia, ha comprato la prima macchina fotografic­a. «Mio nonno era un fotografo profession­ista. Quando ero bambino mi costringev­a a trascorrer­e i pomeriggi in camera oscura, mentre i miei amici giocavano a calcio. Odiavo la fotografia. L’ho scoperta a 24 anni. A 25 mi sono sposato», racconta. «Mia moglie è stata molto paziente», aggiunge. La memoria va, ad esempio, ai 20 km di Cuba calpestati in un solo giorno. «Il giorno in cui arrivo in un posto è il più eccitante. Scopro gli odori. Seguo la corrente delle persone. E, con l’ingenuità del primo impatto, fotografo la gente».

Augenblick­e: il titolo della mostra è una parola tedesca che indica istanti, attimi, momenti. Sono istantanee di incontri. «Cammino per strada, porto l’obiettivo a 1 metro dalla persona che mi viene incontro e scatto, senza preavviso. Poi, ci fermiamo a parlare, ci raccontiam­o le nostre vite. La cosa incredibil­e è che chiunque sia sorpreso dal mio obiettivo, piuttosto che imbarazzar­si, sorride». Homatsch lo chiama «effetto Monna Lisa». Un’idea suggerita dallo sguardo ammiccante della cantante di Timbuktu, incontrata nel 2009 al Festival del Deserto. Dovreste provare a stare nella saletta del Chiaroscur­o: vi sentireste circondati. Gli occhi, penetranti, vi seguono. Vi aprono la loro anima. Magnetici quelli della monaca vietnamita quindicenn­e e dell’insegnante di Corano a New Delhi. Occhi fieri della giovane violinista davanti al cimitero di Recoleta, a Buenos Aires. Enigmatici del capo del villaggio Dogon (Mali), che custodisce i segreti del suo popolo. Orgogliosa la ragazzina che per la festa dei morti, come da tradizione messicana, si è dipinta il volto. Tra gli 80 ritratti raccolti nel libro con testi di Luciana Sgaravatti, Augenblick­e — venduto in mostra e online (www.heinzhomat­sch.com) per fare una donazione alla cooperativ­a sociale Valle del Sole — ci sono anche la rassegnazi­one di un giovane che lavora al lavatoio di Mumbai per 2 dollari al giorno e la gioia di una delle donne sfuggite alle violenze domestiche nel villaggio di Umoja, in Kenja.

L’esposizion­e, visitabile fino a domenica 20, è un viaggio attorno al mondo. Uno di quelli

 ??  ?? Da sapere La mostra di Heinz Homatsch, fotografo viennese che vibe da 25 anni a Casole d’Elsa, si può vedere al bar Chiaroscur­o in via Casolani. Qui accanto: Tuareg, Mali (2010) «Questo giovane era seduto all’ingresso della tenda e beveva il the con me. Il controluce esaltava il tipico blu della sciarpa (blu sta per i nobili) e il suo profilo», racconta Homatsch. La mostra , dal titolo «Augenblick­e» è aperta fino a domenica 20 giugno
Da sapere La mostra di Heinz Homatsch, fotografo viennese che vibe da 25 anni a Casole d’Elsa, si può vedere al bar Chiaroscur­o in via Casolani. Qui accanto: Tuareg, Mali (2010) «Questo giovane era seduto all’ingresso della tenda e beveva il the con me. Il controluce esaltava il tipico blu della sciarpa (blu sta per i nobili) e il suo profilo», racconta Homatsch. La mostra , dal titolo «Augenblick­e» è aperta fino a domenica 20 giugno

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