Portanova: io innocente Ma non risponde al Gip
Violenza di gruppo a Siena, giovedì l’esame dei cellulari per cercare i video
Per Manolo Portanova la giornata in Procura è stata breve. Pochi minuti, ieri, davanti agli inquirenti e nessuna risposta su quanto accaduto nella serata tra il 30 e 31 maggio in una casa del centro storico di Siena, dove si sarebbe avvenuta una presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza. Il giocatore, insomma, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Per Manolo Portanova il passaggio in Procura è stato breve. Pochi minuti, ieri, davanti agli inquirenti e nessuna risposta su quanto accaduto nella serata tra il 30 e 31 maggio in una casa del centro storico di Siena, dove si sarebbe avvenuta una presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza. Il giocatore, insomma, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il giovane, secondo quanto spiegato dal suo avvocato, Gabriele Bordoni, «ha fatto mettere nero su bianco in una nota di disconoscere quanto scritto nell’ordinanza, dichiarandosi innocente».
Il legale ha aggiunto di non aver avanzato alcuna richiesta, perché «abbiamo appreso di buona parte dell’impianto accusatorio solo in mattinata». Il calciatore del Genoa è una delle tre persone sottoposte agli arresti domiciliari, insieme ad Alessio Langella e Alessio Cappiello: una quarta minorenne è invece denunciata a piede libero.
Per loro gli avvocati Duccio Panti e Danilo Lombardi avevano chiesto giorni fa la modifica della misura cautelare per tornare al lavoro, ma questa opportunità è stata negata. «La motivazione per il mio assistito è che non ha bisogno di lavorare perché può essere mantenuto dai genitori», ha affermato Lombardi in merito a Cappiello. E lo stesso ha ripetuto Panti per Langella: «Vivendo in famiglia non c’è questo bisogno».
L’attenzione così si sposta a giovedì prossimo quando — al Tribunale di Siena — inizierà l’estrapolazione della copia forense dei dati sui cellulari delle persone coinvolte. Una prova utile a comprendere l’esistenza o meno dei filmati nella serata incriminata, ma non solo. Altri elementi essenziali potrebbero provenire dalle chat. In caso saltasse fuori che poi le eventuali immagini sono girate e poi divulgate, per gli indagati si potrebbe configurare il reato di revenge porn.
Un punto chiave risiede poi nelle testimonianze delle altre persone presenti nelle casa. In questi giorni la polizia sta raccogliendo le loro versioni alla ricerca di conferme, mentre secondo quanto dichiarato dal legale della vittimi, Jacopo Meini, «una nuova deposizione della mia cliente (sentita già due volte, ndr), non sarebbe all’ordine del giorno».
Nel frattempo gli inquirenti sarebbero sempre più certi della premeditazione. Anzi, la serata sarebbe stata organizzata con quella finalità. La ragazza, che come ha ribadito il suo avvocato, «necessita di uno sostegno psicologico costante ed è traumatizzata», aveva avviato da qualche tempo una relazione con Portanova.
Il calciatore, dopo una serata trascorsa fuori, l’aveva convinta a seguirlo in una abitazione non distante da piazza del Campo, dove si era recata insieme a un’amica. Le due si erano separate e la giovane si era appartata con il giocatore. Le altre persone sarebbero subentrate in un secondo momento e avrebbero abusato della ragazza, con Portanova che sarebbe stato istigatore delle violenze. Da qui gli accertamenti all’ospedale, il codice rosa e la denuncia in Questura.
La ragazza Il suo avvocato: «Ha bisogno di aiuto psicologico costante, è traumatizzata»