«Così viale Poggi serve soltanto al nuovo locale»
Un rione arrabbiatissimo. In San Niccolò commercianti e residenti hanno raccolto già 400 firme per chiedere a Palazzo Vecchio il ritorno del doppio senso di marcia in viale Poggi. «Così il viale serve solo al nuovo locale appena aperto» dicono. Il senso unico da San Niccolò verso il Piazzale sta provocando non pochi disagi a chi ci abita e ci lavora.
«Pensavo che i miei genitori fossero partiti, non avrei mai immaginato che fossero stati uccisi». È la spiegazione di Taulant Pasho al pm Ornella Galeotti che è andata fino a Como per interrogare l’uomo indagato per la morte dei genitori Shpetim e Tauta, i cui resti furono trovati lo scorso 9 dicembre in alcune valigie abbandonate in un campo tra la superstrada Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano. Taulant Pasho è rinchiuso nel carcere lombardo dove sta scontando una condanna definitiva a 3 anni e 4 mesi per detenzione di 6 chili di hashish in una garage a Firenze. L’inchiesta sulla morte dei coniugi Pasho è culminata, alla vigilia di Natale 2020, con l’arresto di Elona Kalesha, ex fidanzata del figlio delle vittime. La donna è sempre reclusa nel carcere fiorentino di Sollicciano. È indagato anche il fratello della donna, Denis. Taultant Pasho, ieri per tre ore ha risposto alle domande della pm Galeotti. Ha spiegato di essere rimasto sorpreso quando il giorno della scarcerazione, il 2 novembre 2015, non vide i suoi genitori al cancello del carcere di Sollicciano. «Non sapevo della gravidanza di Elona» ha risposto alla pm che gli chiedeva se avesse avuto notizia che la ex fidanzata aveva affittato un appartamento nel quartiere di San Jacopino per essere vicino all’ospedale di Careggi. «Taulant è estraneo alla vicenda — ribadisce il difensore Filippo Viggiano — e prima del ritrovamento dei cadaveri non sapeva che fossero stati uccisi. Ha pensato che si fossero allontanati volontariamente».