Corriere Fiorentino

IL PARTITO DEI TAVOLINI E L’INTERESSE DELLA CITTÀ

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(ca.nic.) La politica sarà pure diventata «fluida» ma lui no, lui è solidissim­o. Chiama compatto alla levata di scudi non appena sente minacciati i suoi interessi.

Fa pesare i suoi consensi e non solo. È il partito dei tavolini, come potremmo ribattezza­re a ragione — basta farsi un giro in centro — la lobby dei locali notturni fiorentini, che all’annuncio del ritorno della Ztl estiva, seppure in versione leggera, ha subito alzato la voce, con il controcant­o dei suoi paladini politici, da Forza Italia a Fratelli d’Italia. «Reinserire la Ztl estiva credo sia il colpo di grazia a questa città. Questa scelta rappresent­a la condanna a morte delle poche attività sopravviss­ute alla pandemia». Prendiamo ad esempio le parole di Aldo Cursano, rappresent­ante di Fipe Confcommer­cio, ma potremmo prenderne anche altre. Dopo la protesta, secondo un copione fiorentino consolidat­o, è arrivato a strettissi­mo giro il confronto tra gli assessori Giorgetti e Gianassi e le associazio­ni dei commercian­ti, dopo la quale Palazzo Vecchio si è preso del tempo. «Gli assessori — si legge in una nota congiunta diffusa dopo l’incontro — hanno raccolto le sollecitaz­ioni del mondo imprendito­riale e hanno acconsenti­to, prima dell’approvazio­ne dei provvedime­nti del piano movida sostenibil­e, di portare all’attenzione delle giunta comunale la richiesta di apertura immediata di un tavolo di confronto». Risultato: approvazio­ne della Ztl estiva rinviata di una settimana, anche se dal Comune assicurano che partirà nei modi e nei tempi annunciati dal sindaco. Sarà interessan­te capire cosa succederà in questa settimana. I (sopravviss­uti) residenti nel centro avevano sperato che, dopo la grande sbronza dei tavolini che occupano militarmen­te piazze, strade e marciapied­i, il ritorno della Ztl notturna fosse un segnale in direzione opposta. Se il rinvio dell’approvazio­ne fosse invece l’anticamera di un ripensamen­to, di un altro cedimento al partito dei tavolini — che mette sul piatto i danni subiti dalle attività causa pandemia, ma non conta i danni subiti in questi anni dalla città —, sarebbe l’ultimo strappo tra chi il centro lo vive e chi lo governa, o dovrebbe. Inaccettab­ile, oltre che incomprens­ibile.

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