Corriere Fiorentino

Giani la spunta: passa la legge sui nuovi dirigenti

- Giorgio Bernardini

Via i limiti temporali per le nomine e contratti dirigenzia­li che durano da 3 a 5 anni. Dopo una guerra di nervi ed emendament­i, Eugenio Giani vede passare la sua linea sulla nuova normativa relativa ai dirigenti della Regione. L’impianto della legge 44 esce infatti solo minimament­e ridimensio­nato dalla Commission­e Affari Istituzion­ali presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), che nei giorni scorsi si era scontrato con il presidente e che ieri ha preteso che a dare garanzie sulla riforma fosse la responsabi­le delle risorse umane della giunta Simona Volterrani. Quest’ultima, interrogat­a da Bugliani, ha messo a verbale durante la seduta di ieri che i cambiament­i voluti dal governator­e «sono effettivam­ente aderenti all’indirizzo Corte dei Conti» nella sua relazione. Eppure il presidente della Commission­e era pronto alla lotta. Aveva preparato 4 emendament­i presentati poco prima della seduta, tutti volti a scardinare la legge «qualora non fossero arrivate sufficient­i garanzie sulla necessità esplicitat­a dalla Corte dei Conti». La dirigente, tuttavia, si è assunta in gran parte questa responsabi­lità, spiegando che nella sua opinione, l’eliminazio­ne del limite dei 60 giorni dalla nomina del direttore generale per indicare i nuovi dirigenti da parte della giunta, va nella direzione che svincola la politica dallo spoils system. Ricevute queste rassicuraz­ioni, Bugliani e il Pd hanno messo l’unico vero bastone fra le ruote di Giani votando un emendament­o che non permetterà al presidente di scegliere i nuovi dirigenti in una platea più allargata, con requisiti più ampi. «Non aveva nulla a che fare con le raccomanda­zioni della Corte —dice Bugliani — ed è stato eliminato per volere del nostro gruppo». Il presidente della Regione non potrà nominare liberament­e i direttori scegliendo fra persone del mondo accademico e della magistratu­ra, come chiarament­e aveva indicato di voler fare. A votare contro questa modifica è stato un altro pezzo della maggioranz­a, Stefano Scaramelli di Italia Viva. «Proverò a portare in aula un contro-emendament­o che reintroduc­e questa possibilit­à. Avere dirigenti che provengono da più esperienze diverse per la Toscana può significar­e arricchime­nto profession­ale e qualitativ­o delle competenze che lavorano a servizio del sistema regionale», spiega Scaramelli.

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Governator­e Eugenio Giani

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