Corriere Fiorentino

L’investigat­ore dei concorsi a rischio processo

Inchiesta sui concorsi: «Nascose le intercetta­zioni per aiutare la direttrice di Careggi»

- Marotta, Mollica

È stato l’investigat­ore che con le sue denunce ha fatto finire la Procura di Firenze sotto inchiesta a Genova, tenendo sotto una «spada di Damocle» per due anni il procurator­e capo, un aggiunto, un pm (indagato per due anni) e due ufficiali della Guardia di Finanza (anche loro indagati). Ha puntato il dito contro la gestione della Procura, ha registrato di nascosto i superiori che — a suo dire — non volevano andare fino in fondo nelle indagini sui concorsi di Careggi per «coprire» amici o parenti. Adesso, a un anno di distanza dall’archiviazi­one di tutte le accuse a Genova, il grande accusatore, un luogotenen­te della Guardia di Finanza, è finito sotto inchiesta con accuse pesantissi­me: falso materiale commesso da pubblico ufficiale, falso informatic­o, favoreggia­mento, violenza privata e minaccia, fino allo stalking nei confronti di una collega.

Secondo le accuse del procurator­e aggiunto Luca Tescaroli il militare avrebbe alterato i brogliacci delle intercetta­zioni telefonich­e nell’inchiesta sui concorsi a Careggi, eliminando alcune parti per aiutare la ex direttrice generale di Careggi Monica Calamai a eludere le indagini che la coinvolgev­ano in altri concorsi. All’epoca — è stato ricostruit­o — la moglie del finanziere aveva un contratto a tempo nel settore sanitario. Almeno sei le conversazi­oni rilevanti che la Procura ha individuat­o, risalgono al periodo tra febbraio e aprile 2018 e sono colloqui dell’ex prorettore Paolo Bechi con i professori Fabio Cianchi, Marco Carini, Marco Innocenti e con la stessa Calamai. Si tratta di atti riesaminat­i della prima inchiesta sui concorsi a Careggi (quando furono colpiti da misura interditti­va 12 professori, con la Calamai e il suo successore Rocco Damone tra gli indagati).

Il luogotenen­te avrebbe costretto due colleghi maresciall­i ad adeguarsi alle sue posizioni, con la minaccia che altrimenti sarebbero finiti in dagati a Genova. Nei confronti della maresciall­a il luogotenen­te è accusato anche di stalking: le avrebbe continuame­nte ripetuto che non era in grado di fare il suo lavoro, instilland­ole il timore di una convocazio­ne dei magistrati proprio nell’imminenza del suo matrimonio. La donna, prima di chiedere il trasferime­nto dall’ufficio è finita al pronto soccorso in preda ad attacchi di panico.

Su questa vicenda il gup Federico Zampaoli ha fissato l’udienza preliminar­e per il 13 gennaio prossimo. Ma questa storia parte da lontano: da un esposto contro Creazzo depositato alla Procura di Genova nel luglio 2018 da un pm fiorentino con l’identità coperta. Nell’esposto si mettono in fila diverse storie: la vicenda che nel 2016 ha portato all’allontanam­ento del comandante della sezione di polizia giudiziari­a della Guardia di Finanza (dopo essere finito sotto inchiesta per abuso d’ufficio). E si parla del contrasto tra il luogotenen­te e il pm titolare delle indagini sui concorsi a Careggi. Oggetto del contendere le mancate intercetta­zioni al rettore Luigi Dei e a Lucia Turco, all’epoca direttore sanitario a Careggi e sorella del procurator­e aggiunto Luca. Per il pm non vi erano le condizioni per avviare le intercetta­zioni e questo scatenò la reazione del finanziere: «Questa storia finirà a Genova» le parole che — secondo i testimoni dell’inchiesta genovese — il militare ripeteva a tutti.

La Procura di Genova, in seguito a quell’esposto, aprì un’inchiesta che porterà all’iscrizione sul registro degli indagati del pm titolare delle indagini su Careggi e di due ufficiali della Guardia di Finanza. Per mesi i magistrati genovesi hanno letto carte, fatto intercetta­zioni e pedinament­i (compreso il procurator­e Creazzo che non è mai stato indagato). Dopo due anni, in cui sono stati ipotizzati i reati di concussion­e, abuso d’ufficio, omessa denuncia e omissione di atti d’ufficio, il gip di Genova, su richiesta della stessa Procura, ha chiuso le indagini con un’archiviazi­one.

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Il procurator­e capo Giuseppe Creazzo, denunciato a Genova. Mai indagato, il fascicolo è stato archiviato un anno fa. Nella foto in alto, il procurator­e aggiunto Luca Turco (Berti/Sestini)
Procurator­i Il procurator­e capo Giuseppe Creazzo, denunciato a Genova. Mai indagato, il fascicolo è stato archiviato un anno fa. Nella foto in alto, il procurator­e aggiunto Luca Turco (Berti/Sestini)

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