Corriere Fiorentino

Una storia lunga 40 anni

La lunga storia dell’Unico 10 con Firenze. E l’amore con Rocco durato solo due anni

- Di David Guetta

Lo raccontava spesso Nils Liedholm, a proposito di Firenze: «Piazza eccezional­e, di grande calore, solo che contestano tutto e tutti. Sempre. A volte perfino Antognoni».

E aveva ragione, perché il rapporto tra l’Unico Dieci e la Fiorentina non è sempre filato via liscio, neanche quando giocava e doveva, dall’alto della sua immensa classe, mettere d’accordo tutti. E invece... Fino a quando la Viola era Antognoni più altri dieci tutto bene, ma con i Pontello le cose un po’ cambiano, fino ad arrivare addirittur­a all’eresia calcistica. Succede dopo il terribile scontro con Martina; qualcuno ipotizza che il rientro del Capitano sia negativo, perché la squadra con Miani vola verso lo scudetto. Tanto che, dopo una meraviglio­sa rete a Napoli nell’aprile 1982, fu lo stesso Giancarlo a tornare sull’argomento «per chiudere la bocca a un po’ di gente». Poi, certo, qualcosa ci ha messo anche lui. Per esempio protestand­o platealmen­te per un cambio sul 4-0 contro il Catania al Franchi a un quarto d’ora dalla fine. Fascia lanciata con stizza, De Sisti che fa finta di non vedere e Rita che se la prende più del marito, solo che all’epoca non c’erano i social e non è affatto detto che fosse un male.

I veri guai arrivano dopo la gamba spezzata nel febbraio dell’84. Ci vogliono ventuno mesi e tantissimo dolore per recuperare, un periodo enorme per chi ha trent’anni, ma con molta sofferenza si torna in campo in livido pomeriggio novembrino. Il problema è che in panchina siede Aldo Agroppi: per lui sono tutti uguali, uno vale uno, anticipand­o così di parecchio Grillo e Casaleggio. E quindi Antognoni vale Onorati, che spesso e volentieri lo sosti tuisce a gara in corso. Finisce malissimo, con il popolo viola spaccato in due e con una vile aggression­e ai danni del tecnico ai Campini, resa meno cruenta solo grazie al provvidenz­iale ed efficace intervento di Daniel Passarella.

Fino a quando però parla il pallone, i problemi sono relativi. Dietro la scrivania invece tutto diventa molto più difficile, ma Antognoni è molto bravo a ritagliars­i un ruolo decisivo nei quattro anni viola di Claudio Ranieri: nessuno si sogna di metterlo in discussion­e, peccato che non vengano raccolti i suoi suggerimen­ti, vedi alla voce Nedved e Thuram e meno male che almeno gli danno retta con Rui Costa. Tutto tranquillo con Malesani e con quella vecchia volpe di Trapattoni, che se lo porta pure in panchina, benissimo con Terim, a cui si lega in modo anche eccessivo. E infatti nel febbraio nel 2001 è lui a dare a sorpresa le dimissioni dalla Fiorentina, dopo 29 anni interrotti solo dalla breve parentesi al Losanna.

Seguono più di quindici anni di assenza, qualche volta polemica, ma senza mai troppa acredine, fino al gran rientro nel dicembre 2016, propiziato soprattutt­o da Pantaleo Corvino. Il ruolo è più di rappresent­anza che operativo, ma a (quasi) tutti basta che Antognoni stia lì, nella Fiorentina, perché vederlo fuori è qualcosa che stride nella storia viola. E anche Commisso, quando arriva nel giugno 2019, non ha dubbi: «Si riparte da Giancarlo, lo adoravo quando vestiva la maglia della Nazionale». E invece è un amore che dura poco, perché fuori dal campo è tutto diverso e non si può giocare guardando le stelle.

 ??  ?? Gli anni 90 Rui Costa e Antognoni, allora ds
Gli anni 90 Rui Costa e Antognoni, allora ds
 ??  ?? Il 2016 Il ritorno in viola con i Della Valle
Il 2016 Il ritorno in viola con i Della Valle
 ??  ?? Gli anni 80 Lo scontro con Martina
Gli anni 80 Lo scontro con Martina

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