Corriere Fiorentino

Con l’angelo in fondo al mare

Da piccolo Mamiliano aveva paura dei «mostri» dell’acqua. Diventato vescovo iniziò il lungo esilio Arrivato nella deserta isola di Montecrist­o un giorno scivolò sotto la superficie e trovò il suo tesoro

- Di Enzo Fileno Carabba

Il bambino aveva paura del mare. «Non entrare in acqua, Mamiliano. Là sotto ci sono i mostri. Ti mangiano subito» gli ripeteva la mamma. Poi in Sicilia arrivarono i Vandali e la famiglia di Mamiliano aveva paura anche di loro, «un popolo di mostri».

Infatti erano arrivati dal mare. Affogavano le loro vittime in vasche piene di sangue. «Chi sei?» chiedeva a tutti il bambino, per essere sicuro di non avere di fronte un Vandalo. La domanda appariva profonda e così crescendo divenne Vescovo di Palermo, anche perché appartenev­a a una famiglia importante, così funzionava­no le cose. In realtà i Vandali, nonostante il nome, erano brave persone. Arrivati in Sicilia inseguendo la felicità romana, non credevano in qualche dio cornuto. Erano cristiani ma anche ariani, cioè seguivano la dottrina del monaco Ario: non riconoscev­ano pienamente la natura divina di Cristo (generato, non creato), perché erano stati informati male. A quel tempo erano questioni della massima importanza. Noi non possiamo capire, come gli uomini del futuro non capiranno noi. Quando presero il potere in Sicilia, i Vandali mandarono in esilio in Africa un po’ di persone scomode, tra cui Mamiliano. In viaggio su quel mare pieno di mostri, era preoccupat­o. «Ora mi affogheran­no nelle vasche di sangue». A Cartagine però non riuscì a vederne neanche una, di queste vasche. La gente lo trattava bene. Sviluppò un certo interesse per i Vandali. Imparò la loro lingua. «Chi sei?» chiedeva sempre, ma ora lo faceva con tatto, per capire, non per paura. Apprese che Genserico, re dei Vandali, era per la libertà religiosa, entro certi limiti. Il motivo per cui i Vandali venivano scambiati per mostri è che riconoscev­ano nell’ira la massibito». ma virtù. «Se uno ti fa arrabbiare non è bello arrabbiars­i? La rabbia ti nutre e ti guarisce. Ti accende» dicevano. Mamiliano a forza di chiedere «Chi sei?» instillò in molti la convinzion­e che dovevano cambiare mentalità e innescò una valanga di conversion­i. Allora Genserico gli disse: «Ma chi sei tu» e lo rimandò a casa. A Palermo Mamiliano portò una ricetta vandala destinata a grande successo: palle di riso impanato e fritto, più tardi chiamate arancine, o arancini. Ma questo non bastò a farlo accettare. Le persone del suo ambiente non lo riconoscev­ano. «Parla la lingua dei mostri, quindi è un mostro. Lo hanno trasformat­o Non è più lui» dicevano. Perfino la vecchia mamma si teneva a distanza, sospettava facesse parte del grande complotto vandalo di cui si parlava da trent’anni. «Qui c’è qualcosa sotto, come nel mare» borbottava.

Lui esasperato prendeva una barchetta e andava al largo, massimo gesto di protesta, ma non osava toccare l’acqua. Fu rapito dai pirati e usò le sue meraviglio­se arti per convertirl­i. Lo buttarono fuori bordo. Aspettava morsi che non arrivarono. «Allora non è vero che se caschi in acqua ti mangiano suAnnaspò fino a un’isola deserta, Oglasa, che lui chiamò Montecrist­o. Da una parete di granito uscì un essere spaventoso, che emetteva cupi ruggiti e sputava fuoco. Mamiliano smise di chiedere «Chi sei». Disse invece: «Vieni, chiunque tu sia». L’essere si calmò. Risultò che era una ragazza abbandonat­a sull’isola per il suo carattere impossibil­e: era troppo agitata per essere una brava schiava. Mamiliano, che aveva la mania di affibbiare nomi a chi li aveva già, la chiamò Drago. Vissero in santa pace. Drago andava sempre sott’acqua a pescare. Allora un giorno anche Mamiliano prese un bel respiro e scivolò sotto la superficie, era il sogno segreto di tutta la sua vita. Si ritrovò in una stanza nera. «Stai a vedere che aveva ragione la mamma» pensò. Ma scoprì che se rimaneva fermo, senza agitarsi, il nero si dissolveva e l’acqua tornava limpida.

❞ I Vandali dalla Sicilia lo mandarono in Africa e lui instillò una valanga di conversion­i

Quel nero era solo una nuvola d’inchiostro. Infatti là sotto abitava un polpo. Era bellissimo: un angelo. La prima volta che Mamiliano provò a toccarlo il polpo lo trattenne sotto. Un angelo pericoloso. Ma il giorno dopo ci riprovò. Imparò a sfiorarlo appena, con atteggiame­nto fluttuante, quello capì e rispose aderendo dolcemente: ebbero un’anima sola. Secoli dopo, l’isola era abitata da una comunità di monaci selvaggi che saltavano sul granito e nelle onde cercando il contatto con le creature. «Ma questa è gente senza regola!», disse il Papa quando lo venne a sapere, e fece in modo di farli tornare all’ordine. Si è molto parlato di un tesoro nascosto nelle grotte sottomarin­e di Montecrist­o. Questo tesoro è il sogno di un Dio generato dalla comunione di tutte le creature.

30 Continua

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