NO GREEN PASS, DARWIN E LE DISERZIONI NELLA GUERRA AL COVID
Uno spettro si aggira per l’Italia e ovviamente — noblesse oblige — per la nostra Toscana: lo spettro di Darwin. Parlo del naturalista inglese Charles Robert Darwin, autore di un libro molto discusso, L’origine delle specie ad opera della selezione naturale. Detto in soldoni, i più fragili sono destinati a passare a miglior vita o, se sono fortunati, ad ammalarsi più facilmente. Il guaio è che il Covid, questo assassino seriale, ha interpretato a puntino le idee di Darwin. Con il risultato che nel Belpaese ben 150 mila sono già deceduti e diversi milioni di uomini e donne sono stati infettati.
Oggi il virus se la rifà con gli eccentrici nostrani. Ne esistono diverse varianti nell’orbe terracqueo. C’è la variante inglese: in un angolo del londinese Hyde Park da un palchetto chiunque può manifestare le idee più strampalate. Ma senza far del male né a sé né agli altri. E la stessa cosa si può dire della variante milanese dell’immediato secondo dopoguerra. Quando tal Teneroni dava delle bestie a chiunque incontrasse perché credevano che la terra fosse rotonda anziché piatta. Ma della variante italiana, e toscana, di oggi non si può certo dire lo stesso.
Ora gli eccentrici nostrani manifestano in piazza contro i vaccini e il Green pass. E quando sono in tanti, come a Firenze in piazza della Signoria, sono felici e contenti. Dimentichi di quanto diceva negli anni Trenta Leo Longanesi. Secondo il quale un cretino è un cretino, due cretini sono due cretini, ma milioni di cretini sono una forza storica. Sia chiaro, i manifestanti non sono dei cretini. Ma di certo sono dei pericoli pubblici. Perché senza mascherine e gli uni appiccicati agli altri, sono la versione aggiornata degli untori di manzoniana memoria. Danneggiano sé stessi, e fin qui nulla da obiettare perché a salvare un aspirante suicida si corre il rischio di mantenerlo vita natural durante a proprie spese. Ma i reduci dalle manifestazioni danneggiano anche coloro con i quali vengono a contatto. E questo è intollerabile.
Qui ognuno lotta per la vita. Per riprodursi, il coronavirus ha bisogno d’infettare. All’insegna del mors tua, vita mea. Ma i vaccinati aumentano di giorno in giorno. Perciò l’assassino può contare soprattutto sui non vaccinati. E tra questi ovviamente prediligerà i manifestanti che inneggiano a una libertà puramente immaginaria. Perché, in omaggio all’alterum non ledere dell’antica Roma, la libertà di ciascuno finisce dove comincia la libertà del tuo prossimo.
Nella lotta contro il virus non combattiamo più a mani nude. Adesso abbiamo le mascherine, che vanno usate a dovere e impiegate anche all’aperto se non si è soli soletti; i vaccini, che fanno miracoli come gli chassepot di Napoleone III a Mentana contro i garibaldini; i disinfettanti, che vanno utilizzati di continuo quando si è fuori casa. Questa contro il virus è una guerra nella quale tutti devono fare la propria parte. E invece ci sono dei disertori — vergogna! — che sono passati armi e bagagli a un nemico che da un anno e mezzo ci tormenta.
Dulcis in fundo, il Green pass. L’ordinamento giuridico non obbliga tutte le categorie a vaccinarsi. Ma prevede un Green pass paragonabile alla patente di guida. E non già per un ghiribizzo dello Stato ma a tutela del conducente e degli altri. Il compianto Carlo M. Cipolla nel suo delizioso Allegro ma non troppo ci mette in guardia. Di tutte le leggi fondamentali della stupidità, la più devastante è la terza. Che suona pressappoco così: gli stupidi causano un danno agli altri senza ottenere alcun vantaggio per se stessi o subendo addirittura una perdita.
Uomo avvisato, mezzo salvato.
Tutti appiccicati e senza mascherine, i no Green pass fanno un danno a loro stessi (e fin qui nulla da obiettare) ma anche gli altri, senza ricavarne nulla. E come diceva Cipolla...