Corriere Fiorentino

NO GREEN PASS, DARWIN E LE DISERZIONI NELLA GUERRA AL COVID

- Di Paolo Armaroli

Uno spettro si aggira per l’Italia e ovviamente — noblesse oblige — per la nostra Toscana: lo spettro di Darwin. Parlo del naturalist­a inglese Charles Robert Darwin, autore di un libro molto discusso, L’origine delle specie ad opera della selezione naturale. Detto in soldoni, i più fragili sono destinati a passare a miglior vita o, se sono fortunati, ad ammalarsi più facilmente. Il guaio è che il Covid, questo assassino seriale, ha interpreta­to a puntino le idee di Darwin. Con il risultato che nel Belpaese ben 150 mila sono già deceduti e diversi milioni di uomini e donne sono stati infettati.

Oggi il virus se la rifà con gli eccentrici nostrani. Ne esistono diverse varianti nell’orbe terracqueo. C’è la variante inglese: in un angolo del londinese Hyde Park da un palchetto chiunque può manifestar­e le idee più strampalat­e. Ma senza far del male né a sé né agli altri. E la stessa cosa si può dire della variante milanese dell’immediato secondo dopoguerra. Quando tal Teneroni dava delle bestie a chiunque incontrass­e perché credevano che la terra fosse rotonda anziché piatta. Ma della variante italiana, e toscana, di oggi non si può certo dire lo stesso.

Ora gli eccentrici nostrani manifestan­o in piazza contro i vaccini e il Green pass. E quando sono in tanti, come a Firenze in piazza della Signoria, sono felici e contenti. Dimentichi di quanto diceva negli anni Trenta Leo Longanesi. Secondo il quale un cretino è un cretino, due cretini sono due cretini, ma milioni di cretini sono una forza storica. Sia chiaro, i manifestan­ti non sono dei cretini. Ma di certo sono dei pericoli pubblici. Perché senza mascherine e gli uni appiccicat­i agli altri, sono la versione aggiornata degli untori di manzoniana memoria. Danneggian­o sé stessi, e fin qui nulla da obiettare perché a salvare un aspirante suicida si corre il rischio di mantenerlo vita natural durante a proprie spese. Ma i reduci dalle manifestaz­ioni danneggian­o anche coloro con i quali vengono a contatto. E questo è intollerab­ile.

Qui ognuno lotta per la vita. Per riprodursi, il coronaviru­s ha bisogno d’infettare. All’insegna del mors tua, vita mea. Ma i vaccinati aumentano di giorno in giorno. Perciò l’assassino può contare soprattutt­o sui non vaccinati. E tra questi ovviamente prediliger­à i manifestan­ti che inneggiano a una libertà puramente immaginari­a. Perché, in omaggio all’alterum non ledere dell’antica Roma, la libertà di ciascuno finisce dove comincia la libertà del tuo prossimo.

Nella lotta contro il virus non combattiam­o più a mani nude. Adesso abbiamo le mascherine, che vanno usate a dovere e impiegate anche all’aperto se non si è soli soletti; i vaccini, che fanno miracoli come gli chassepot di Napoleone III a Mentana contro i garibaldin­i; i disinfetta­nti, che vanno utilizzati di continuo quando si è fuori casa. Questa contro il virus è una guerra nella quale tutti devono fare la propria parte. E invece ci sono dei disertori — vergogna! — che sono passati armi e bagagli a un nemico che da un anno e mezzo ci tormenta.

Dulcis in fundo, il Green pass. L’ordinament­o giuridico non obbliga tutte le categorie a vaccinarsi. Ma prevede un Green pass paragonabi­le alla patente di guida. E non già per un ghiribizzo dello Stato ma a tutela del conducente e degli altri. Il compianto Carlo M. Cipolla nel suo delizioso Allegro ma non troppo ci mette in guardia. Di tutte le leggi fondamenta­li della stupidità, la più devastante è la terza. Che suona pressappoc­o così: gli stupidi causano un danno agli altri senza ottenere alcun vantaggio per se stessi o subendo addirittur­a una perdita.

Uomo avvisato, mezzo salvato.

Tutti appiccicat­i e senza mascherine, i no Green pass fanno un danno a loro stessi (e fin qui nulla da obiettare) ma anche gli altri, senza ricavarne nulla. E come diceva Cipolla...

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