L’ipotesi di un «piano B» per la Gkn: trovare un’acquirente per la fabbrica
Domani l’incontro azienda-governo. Nuova protesta l’11 agosto, giorno della liberazione di Firenze
Con il fondo Melrose che è tornato a ribadire la decisione di chiudere tutto e prima possibile, licenziando tutti i 422 lavoratori, per salvare lo stabilimento Gkn di Campi Bisenzio si fa strada l’idea di un piano B, ossia la ricerca di un acquirente solido in grado di rilevare fabbrica e dipendenti. Lo ha chiesto esplicitamente al governo Draghi il delegato della Rsu Gkn Matteo Moretti, parlando con il Tirreno, ma l’ipotesi era già sul tavolo, per quanto non semplice da realizzare. Il governo si sta preparando all’incontro con l’azienda, domani in Prefettura Firenze, a cui parteciperà la vice ministra al Lavoro Alessandra Todde: il primo obiettivo è quello di bloccare i licenziamenti, aprendo, e sarebbe la prima volta dalla mail del 9 luglio con cui venivano licenziati i 422 lavoratori, una vera trattativa con la multinazionale. L’alternativa, percorse le strade che portano a Stellantis — Fiat è uno dei grandi clienti della Gkn, che produce componentistica auto — sarebbe appunto la ricerca di un cavaliere bianco. Ma è un piano B, appunto, la prima opzione resta quella di far recedere l’azienda dai suoi propositi e per questo continua la mobilitazione nello stabilimento di Campi Bisenzio. Da una parte c’è la procedura legale avviata dalla Fiom per comportamento antisindacale — se il giudice del lavoro desse ragione al sindacato dei metalmeccanici allungherebbe anche i tempi per la ricerca di una soluzione, interrompendo immediatamente la procedura di licenziamento collettivo avviata dal fondo Melrose — dall’altra c’è la protesta che mira a tenere viva l’attenzione su una vertenza già diventata nazionale.
Prossimo appuntamento sarà quello di mercoledì 11 agosto, giorno in cui ricorre la liberazione di Firenze dal nazi-fascismo. L’organizzazione degli eventi per l’11 agosto è ancora in corso, ma ci sarà probabilmente una manifestazione serale nel capoluogo toscano. I lavoratori della Gkn hanno portato avanti simboli e slogan partigiani fin dal primo giorno di proteste, con le bandiere della brigata Senigaglia e della Lanciotto Ballerini e il grande striscione «Insorgiamo!», ricevendo solidarietà ufficiale dall’Anpi che nei giorni scorsi ha scritto una lettera ai lavoratori sotto sfratto. che arriva all’indomani della lettera scritta dall’Anpi, l’associazione dei partigiani, ai lavoratori licenziati dello stabilimento campigiano. Nella lettera si fa riferimento all’articolo 41 della Costituzione che, nell’affermare la libertà dell’iniziativa economica privata, comunque sancisce che essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. «Nei mesi della Resistenza i partigiani difesero le fabbriche che i tedeschi volevano smantellare. Oggi, in ben altro contesto storico, ci pare giusto e ragionevole che la Repubblica, nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione, difenda le fabbriche che le multinazionali vogliono delocalizzare. In tanti — e noi fra questi — hanno detto che dopo la pandemia nulla sarà come prima. È giunto il momento di dar prova di tale reale volontà di cambiamento».
Per questo l’11 agosto, data della liberazione di Firenze, «siamo chiamati nuovamente a insorgere» scrivono infine dal Collettivo di Fabbrica.
Nel frattempo ieri mattina allo stabilimento di Campi, dove continua l’assemblea permanente all’interno della fabbrica, è arrivata una delegazione di tassisti in segno di solidarietà degli operai rimasti senza lavoro. E stasera alla festa dell’Unità di Capraia e Limite arriva il ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, per un appuntamento che vedrà la presenza di una delegazione dei lavoratori della Gkn. Presente anche il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi.
Solidarietà Una lettera ai lavoratori dai partigiani dell’Anpi «Difendere le fabbriche come dai tedeschi»