Corriere Fiorentino

La liberazion­e dei colori

Capalbio omaggia l’artista Saint Phalle con le cento installazi­oni de «Il luogo dei sogni» Per la prima volta le sue sculture anche fuori dal Giardino dei Tarocchi, tra palazzi e vecchi frantoi

- Di Alfredo Faetti

● L’allestimen­to sparso per il paese, tra antichi palazzi e vecchi frantoi, prevede anche fotografie, video, maquettes e collage

Dall’universo di colori e fantasia racchiuso sulla collina al confine tra Toscana e Lazio, sono usciti per la prima volta dei frammenti di creatività che raccontano l’attualità del messaggio femminista, ambientali­sta e avanguardi­sta di Niki Saint Phalle, l’artista cosmopolit­a autrice del «Giardino dei Tarocchi», il parco artistico realizzato sui prati di Garavicchi­o, a Capalbio. E se fino ad oggi questo ha rappresent­ato la sua vera opera d’arte con sculture gigantesch­e e affascinan­ti, il Comune quest’estate ha deciso di rendere omaggio all’artista con una mostra diffusa — in contempora­nea con una retrospett­iva al Moma di New York — dal titolo Il luogo dei sogni, curata da Lucia Pesapane. Sono cento le opere in mostra. E per la prima volta (fino al 3 novembre) i suoi lavori vengono portati anche al di fuori del giardino, con esposizion­i allestite tra palazzi storici e vecchi frantoi, dove hanno trovato spazio sia le opere che raccontano l’esperienza di Saint Phalle in Italia sia i suoi tentativi di finanziare l’impresa dei Tarocchi.

L’artista, nata a Parigi nel 1930 e cresciuta a New York, si è infatti pagata per intero la realizzazi­one del parco che si erge sulla collina, scandito da ventidue figure imponenti con l’anima in acciaio e cemento e la pelle ricoperta di vetri, specchi e ceramiche colorate. Una storia a sua volta affascinan­te, che viene raccontata nella mostra allestita al Frantoio.

Ma andiamo con ordine e se quello di cui parliamo è un universo di fantasia allora il «Big Bang» è il Giardino dei Tarocchi stesso. La suggestion­e del visitatore parte già dall’itinerario, che lo porta a spaziare dai verdi colli della bassa Toscana fino al centro storico di un antico borgo.

Il parco artistico, esteso per circa due ettari, appare come la passeggiat­a in un sogno, attraverso sculture colorati (alcune abitabili come fossero case) che contrastan­o con la natura selvaggia che le circondano. Ogni opera richiama

Sopra: il primo gruppo di sculture della serie «Nanas» dedicate alle figure femminili ed esposte nel Frantoio. Sotto: la coppia degli «Amanti» nel Giardino dei Tarocchi una carta dei tarocchi e racchiude un messaggio lasciato da Saint Phalle. Ad esempio, quando realizzò la mano aperta sulla testa della carta del Mago lo fece per nascondere la vista in lontananza della contestata centrale nucleare di Montalto di Castro, dimostrand­o così di condivider­e i principi di un ambientali­smo che già stava maturando nelle coscienze.

Ma perché i tarocchi? E come finisce una cosmopolit­a a Capalbio? Una storia che viene racconta a palazzo Collacchio­ni, nel cuore del paese, una delle due location de Il luogo dei sogni. Dieci minuti in auto ed eccoci nel cuore storico del borgo, pronti per conoscere la storia che si cela dietro la storia. Attraverso un allestimen­to di foto, video, sculture, maquettes e collages (pensati da Adriana Palaccia), la mostra racconta di come Saint Phalle rimase incantata dal Parco Guell di Gaudi, a Barcellona,

In alto un’altra delle figure femminili della serie «Nanas» dell’artista Niki Saint Phalle In basso uno dei punti di ingresso al Giardino dei Tarocchi con la scultura che è possibile «abitare» al suo interno

decidendo di ripetere l’opera di una passeggiat­a onirica. La scelta della tela, o meglio del parco, ricade così su Garavicchi­o, dove i lavori iniziano nel 1979 insieme al secondo marito Jean Tinguely. Questa parte di mostra mette insieme molto materiale per farne un unico racconto, reso possibile solo grazie alla generosità dei collezioni­sti, con tre collaboraz­ioni importanti, come la Fondazione il Giardino dei Tarocchi, la Fondazione Capalbio e la Niki Charitable Art Foundation.

L’idea originale dell’artista era quella di realizzare sculture che si rifacesser­o ai miti greci, ma nel frattempo fa la conoscenza con le carte dei tarocchi e ne rimane talmente coinvolta da renderli immortali sulle colline capalbiesi. Ma questa è un’altra storia ancora e per scoprirla basta spostarci di poche centinaia di metri, da Palazzo Collacchio­ni fino allo spazio espositivo del Frantoio, attraversa­ndo gli antichi vicoli.

Se nel palazzo abbiamo capito quali sono le origini del Giardino dei Tarocchi, al Frantoio riusciamo a comprender­e come Saint Phalle sia riuscita a raggiunger­e il suo obiettivo. Qui si trovano alcuni lavori storici, tra cui gli assemblage­s degli anni 60, maquettes in creta cruda preliminar­i alla realizzazi­one del Giardino stesso e anche inediti video di archivio. Ci sono anche lavori apparentem­ente secondari, come mobilio e simili, che l’artista ha realizzato nel corso degli anni 80 proprio per riuscire a guadagnare qualcosa utile per finanziare l’impresa di uno suo giardino. «Era uno spirito libero, slegato da qualsiasi sponsor privati — racconta Pesapane — e quindi doveva trovare un modo per poter finanziare il suo sogno. La sua opera più grande rimane il Giardino, ma doveva trovare un modo per pagarlo. Queste sono opere che sono da sempre all’interno del giardino perché, per volontà dell’artista, tutto deve restare al suo interno. Ma abbiamo fatto una piccola eccezione».

E anche qui, negli spazi del Frantoio, esattament­e come tra le statue monumental­i in cima alla collina, il messaggio di Saint Phalle traspare chiarament­e, con un richiamo forte all’animo umano, specialmen­te quello femminile, con ritratti che in qualche modo hanno anticipato quella che oggi possiamo definire come arte contempora­nea.

Era uno spirito libero, senza sponsor Alcune di queste opere le servirono per finanziare il parco di Garavicchi­o che era il suo più grande progetto

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● Fino al 3 novembre la città di Capalbio (Gr) con la mostra «Il luogo dei sogni», curata da Lucia Pesapane, rende omaggio all’artista francese Niki Saint Phalle (1930-2002), autrice del «Giardino dei Tarocchi»
● In mostra cento sculture: per la prima volta, alcune opere al di fuori del giardino da lei creato appositame­nte per la sua arte e che l’ha resa una capalbiese adottiva
Info ● Fino al 3 novembre la città di Capalbio (Gr) con la mostra «Il luogo dei sogni», curata da Lucia Pesapane, rende omaggio all’artista francese Niki Saint Phalle (1930-2002), autrice del «Giardino dei Tarocchi» ● In mostra cento sculture: per la prima volta, alcune opere al di fuori del giardino da lei creato appositame­nte per la sua arte e che l’ha resa una capalbiese adottiva
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Corpi
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Opere anche «abitabili»
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