Ciatti, il ceceno torna in carcere
Arrestato in Germania grazie al mandato della Procura di Roma. Il padre di Niccolò: fuggiva?
Rassoul Bissoultanov è stato fermato ieri in Germania: a meno di due mesi dalla scarcerazione, il principale indagato per la morte di Niccolò Ciatti torna in carcere sulla base del mandato di cattura europeo chiesto dalla Procura di Roma. Il ventiseienne lottatore ceceno è uno dei tre ragazzi che il 12 agosto 2017 ha ripetutamente colpito a pugni e a calci sotto gli occhi delle telecamere, fino alla morte, il giovane fiorentino di 22 anni in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna.
A meno di due mesi dalla scarcerazione torna in carcere il principale indagato per la morte di Niccolò Ciatti, il giovane fiorentino di 22 anni ucciso il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. Rassoul Bissoultanov, ceceno di 26 anni, è stato arrestato dalla polizia tedesca sulla base del mandato di cattura europeo chiesto dalla Procura di Roma, competente a indagare sui reati commessi ai danni di italiani all’estero. Bissoultanov, atleta di lotta libera, è il giovane immortalato dal video di sorveglianza della discoteca St Trop, una delle più frequentate della Costa Brava, mentre sferra il violento calcio alla testa a Niccolò provocandone poi la morte. Dopo quattro anni di carcere a giugno era stato scarcerato per decorrenza dei termini ed era sottoposto all’obbligo di firma a Girona in attesa del processo che dovrebbe aprirsi il 26 novembre.
«La cosa sconcertante — spiega Luigi Ciatti, il padre di Niccolò — è sapere che chi ha ucciso mio figlio se va a spasso come se niente fosse. Da quanto sappiamo il giudice gli aveva dato un permesso per andare a Strasburgo dove vive la sua famiglia, a preparare dei documenti. Aveva chiesto un mese ma il tribunale ha concesso una settimana. Tutto questo non ha una logica. Adesso speriamo che resti in carcere, perché solo così saremo sicuri che ci sarà un processo. La nostra speranza più grande resta sempre la stessa: che venga estradato in Italia, perché in tutti questi anni la Spagna ha solo dimostrato di non voler fare un processo a chi ha ucciso mio figlio. La Francia ha già negato l’estradizione, ritenendo la Spagna competente sulla morte di Niccolò ed è probabile che anche la Germania faccia lo stesso, Ma noi continuiamo a sperare».
Lo scorso febbraio, sempre su mandato di cattura chiesto dalla Procura di Roma, era stato arrestato in Francia, in un piccolo paese vicino a Strasburgo, l’altro ceceno imputato per la morte di Niccolò, Movstar Magomedov, 28 anni, ma a maggio anche per lui è arrivata la scarcerazione e la rabbia di familiari e amici di Niccolò e anche delle istituzioni.
La Procura di Roma aveva aperto il fascicolo sulla morte di Niccolò nell’agosto 2017 e aveva condotto un’inchiesta parallela a quella spagnola. Le indagini su quell’aggressione ritenuta dagli inquirenti eseguita con «tecnica paramilitare» sono state affidate ai carabinieri del
Ros, al reparto crimini violenti. Gli autori vennero arrestati quella notte stessa dalla polizia catalana sul lungomare di Lloret de Mar. Erano fuggiti dalla discoteca e convinti di riuscire a farla franca mentre l’ambulanza provava inutilmente a soccorrere Niccolò. «Sembrava facile arrivare a un processo — dice Luigi Ciatti — Invece dopo quattro anni siamo ancora qui a chiedere giustizia».