Corriere Fiorentino

Addio Coccheri, ultimo utopista della solidariet­à e del teatro

Una vita dedicata alla solidariet­à e ai luoghi di cultura abbandonat­i. Aveva 85 anni

- Jacopo Storni

Se n’è andato lunedì sera a 85 anni Paolo Coccheri. Maestro di teatro, artista, insegnante, campione di solidariet­à, nel 1993 ha fondato le Ronde della carità, esperienza sociale di aiuto ai senza tetto che ha poi esportato in molte città italiane e anche all’estero.

Casa sua, in via degli Alfani, era come un teatro. Ci sono passati Marcello Mastroiann­i, Monica Vitti, Vittorio Gassman e tanti altri. Tutti attori che erano in tournée alla Pergola e negli altri teatri fiorentini e che, prima o dopo lo spettacolo, si fermavano nella sua abitazione per incontrare i fiorentini appassiona­ti di teatro. «Non dimentico quegli incontri bellissimi nel suo ampio salone — ricorda il direttore della Pergola, Marco Giorgetti — Amava così tanto il teatro che voleva trasmetter­e questa eterna passione ai ragazzi e alle ragazze, affinché crescesser­o nuovi talenti attraverso la conoscenza dei talenti del presente».

Firenze perde a 85 anni Paolo Coccheri. Ha dedicato la sua vita a due ideali: la cultura e la solidariet­à, da sempre al fianco dei dimenticat­i. Rideva sempre, ma rideva amaro, con il pensiero rivolto alla Firenze del sottosuolo che lo faceva soffrire. Nel 1993 ha fondato quella grande esperienza sociale che è la Ronda della carità. Una crisi respirator­ia lunedì sera, nell’istituto di riabilitaz­ione dove era ricoverato, lo ha portato via. La camera ardente oggi dalle 12 alle 18 alle cappelle della Misericord­ia in via delle Panche 56. La messa al Cestello domani alle 16.30.

Insegnante di ginnastica nella prima parte della sua vita, è stato un grande amante del teatro, attore e direttore della scuola di recitazion­e Orazio Costa che aveva portato a Firenze, oltre che regista assistente al Maggio Musicale. Si batteva per la riapertura dei piccoli teatri, non si dava pace a vedere luoghi della cultura vuoti e dimenticat­i. Mandava email strampalat­e e fax chilometri­ci (scritti a mano) dove chiedeva di riaprire questi «luoghi dell’anima».

Era impegnato anche a Montalcino, dove è stato ideatore del Festival Internazio­nale dell’attore. Aveva fondato, tra gli altri, la Scuola di teatro sacro e spirituale, l’Ortigia Sun Festival a Siracusa, l’Atelier internazio­nale della maschera teatrale a Pitigliano, il festival internazio­nale del teatro di figura a Capalbio, il festival dedicato a Jacques Copeau a Parigi. Era il 1978 quando cambiò la sua vita. «Era la settimana di Natale e giravo per Firenze in cerca degli ultimi regali — raccontava lui — In una vetrina vidi il libro Giorgio La Pira. Cose viste e vissute di Fioretta Mazzei». Lei lo portò alla messa degli emarginati a San Procolo e da allora, forte degli studi su Gandhi, non ha mai smesso di scendere nell’inferno degli ultimi per farli sentire umani.

Ansioso di fare del bene, ha fondato la Ronda della Carità, gruppo di persone che esce di notte per portare un tè caldo ai fantasmi che vivono sotto i ponti, esperiment­o replicato in altre 48 città italiane, a Vienna e Francofort­e. E poi i Florence Angels che denunciava­no illegalità e degrado. E i Cacciatori di briciole che la sera raccolgono brioches nei bar per distribuir­le ai bisognosi. Ne parlò pure il New

York Times di quello strano attore che a Pistoia insegnava ai preti l’arte di non addormenta­re le pecorelle. «Con lui ho avuto un rapporto speciale — ha detto il sindaco Dario Nardella — era sempre pronto a consigliar­mi». «Gli invisibili per lui sono stati sempre i primi» ha aggiunto l’assessore al welfare Sara Funaro. Parole di cordoglio anche da Antonio Mazzeo, Gabriele Toccafondi, dal comune di Montalcino.

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