Corriere Fiorentino

Il professore

«Speriamo almeno in un briciolo di normalità E senza la Dad»

- G.G.

Per un professore delle medie, l’impatto della Dad non è stato così pesante come per i colleghi delle superiori. Ma a stravolger­e il suo lavoro di insegnante d’arte è stata, e sarà ancora per il prossimo anno, l’impossibil­ità di girare tra i banchi degli studenti e poter «prendere in mano la matita di un ragazzo e fargli vedere sul suo foglio come va usata». A raccontarl­o è il professor Leonardo Borsieri, docente di Arte e Immagine alla scuola media Redi, che fa parte dell’istituto comprensiv­o Caponnetto di Bagno a Ripoli.

Lei è vaccinato?

«Sì, con la doppia dose. La prima l’ho fatta il 14 febbraio: non appena noi insegnanti siamo stati autorizzat­i, ho subito prenotato».

Cosa si sente di dire ai colleghi che ancora non l’hanno fatto?

«Penso che come tutte le persone che svolgono un servizio pubblico avrebbero il dovere di vaccinarsi. Per questo, non sarei contrario a una qualche forma di obbligo. Ma credo siano tanti ad aver aderito: ricordo che a febbraio, quando AstraZenec­a non era autorizzat­o per gli over 50, gli insegnanti più anziani si lamentavan­o di essere esclusi».

Che anno scolastico vi aspetta?

«Spero, come tutti, in un graduale ritorno alla normalità, anche se subito non sarà possibile. Mi auguro davvero che la didattica a distanza possa essere completame­nte evitata».

La Dad è stata pesante?

«Non è stato facile, ma alle scuole medie ha avuto un impatto minore rispetto alle superiori. È stata attivata solo per le seconde e le terze classi e solo durante i periodi di Zona Rossa. Io mi sono organizzat­o concentran­do in quei brevi periodi le lezioni di storia dell’arte, o se dovevo fare disegno, creando dei tutorial per i ragazzi».

Gli studenti come hanno vissuto gli scorsi mesi?

«Sono stati molti bravi. E questo ha dato tranquilli­tà anche a noi insegnanti: perché se i ragazzi tengono la mascherina e rispettano le distanze con grande pazienta, ci sentiamo tutti molto più al sicuro».

È più difficile mantenere la distanza per chi insegna una materia manuale?

«È difficile per tutti, ma per noi lo è di più perché non puoi far vedere da vicino a un ragazzo come si usano gli strumenti».

Si parla di un possibile green pass per accedere ai mezzi pubblici. Sarebbe d’accordo?

«In teoria sì, ma nei fatti si rischiereb­be di penalizzar­e un ragazzo per una scelta fatta dai suoi genitori».

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